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Allarme nelle Valli del Natisone: divieto di uso dell’acqua in 19 frazioni

Acqua contaminata da idrocarburi nelle Valli del Natisone: ordinanza vieta l’uso per scopi alimentari.

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Acqua potabile dal rubinetto - Valli del Natisone
Acqua potabile dal rubinetto ( © Depositphotos)

Nelle ultime ore, i comuni di Savogna e Pulfero, situati nelle suggestive Valli del Natisone, sono stati colpiti da un grave allarme legato all’approvvigionamento idrico. Un presunto inquinamento da idrocarburi ha portato le autorità locali a emettere un’ordinanza di divieto di utilizzo dell’acqua del rubinetto per scopi potabili e alimentari, lasciando i residenti in attesa di conferme e soluzioni definitive.

I primi segnali di allarme

Già dallo scorso martedì, alcuni cittadini di Savogna e Pulfero avevano segnalato un sapore e odore insoliti nell’acqua proveniente dal rubinetto. La sindaca di Savogna, Tatiana Bragalini, è stata subito allertata e ha prontamente informato il Cafc (Consorzio per l’acquedotto del Friuli Centrale), che ha avviato immediatamente le prime verifiche per comprendere la natura del problema. Le analisi preliminari hanno sollevato il sospetto che l’acqua potesse essere contaminata da idrocarburi, un pericolo potenzialmente grave per la salute pubblica.

L’ordinanza e le misure precauzionali

A seguito dei controlli iniziali, è stata emessa un’ordinanza che vieta l’utilizzo dell’acqua del rubinetto per bere e cucinare fino a nuove disposizioni. La misura, definita dalla sindaca come precauzionale, resterà in vigore fino a quando non saranno completate le analisi più approfondite e non verrà trovata una soluzione definitiva al problema.

Nel frattempo, per garantire la sicurezza e il benessere dei cittadini, l’amministrazione comunale ha distribuito sacchetti d’acqua da tre litri in tutte le borgate coinvolte. Un gesto di grande prontezza che ha visto la popolazione reagire con spirito di collaborazione.

Le frazioni coinvolte

L’emergenza riguarda ben 19 frazioni distribuite tra i due comuni delle Valli del Natisone. A Savogna sono state colpite le località di Barza, Dus, Franz, Iellina, Ieronizza, Losaz, Masseris, Montemaggiore, Stefenig e Stermizza, mentre a Pulfero il problema riguarda le frazioni servite dalla stessa rete idrica della parte alta di Savogna: Bardo, Clin, Ierep, Iuretig, Marseu, Medves, Oballa, Pozzera e Zorza.

Cause ancora sconosciute

Nonostante i primi interventi, non è ancora chiara la causa precisa dell’inquinamento. Le analisi condotte finora non hanno ancora determinato come e quando gli idrocarburi potrebbero aver contaminato l’acqua. Il Cafc sta proseguendo le indagini per risalire all’origine del problema e valutare eventuali interventi sulla rete idrica, ma al momento si naviga ancora nell’incertezza.

Un rischio sottovalutato?

La presenza di idrocarburi nell’acqua potabile è un fenomeno relativamente raro, ma estremamente pericoloso, poiché questi composti chimici possono essere tossici e dannosi per la salute umana se ingeriti. L’ordinanza emessa dalle autorità locali ha lo scopo di prevenire ogni possibile rischio per la popolazione, anche se, per ora, si tratta di una misura precauzionale in attesa di conferme scientifiche definitive.

Prossimi passi

La situazione rimane sotto stretto monitoraggio. Le autorità locali, in collaborazione con il Cafc, continueranno le verifiche nelle prossime ore e si impegnano a tenere informati i residenti in tempo reale. Si attende ora l’esito delle nuove analisi, che dovrebbero chiarire l’origine del problema e fornire una soluzione adeguata per ripristinare l’uso sicuro dell’acqua.

Nel frattempo, si invitano i cittadini delle frazioni coinvolte a utilizzare esclusivamente l’acqua distribuita nei sacchetti e a seguire attentamente tutte le indicazioni fornite dalle autorità.

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