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Cronaca & Attualità

Al via la 40esima missione italiana in Antartide: la Laura Bassi in prima linea

La 40esima spedizione italiana in Antartide parte con la nave rompighiaccio Laura Bassi: 140 ricercatori al lavoro fino a marzo 2025

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Nave rompighiaccio - Laura Bassi
Nave rompighiaccio ( © Depositphotos)

Trieste – Ha preso il via la 40esima spedizione italiana in Antartide, un’impresa scientifica che vedrà impegnati 140 tra ricercatori e tecnici in una serie di importanti progetti fino a febbraio 2025. Gli ambiti di studio comprendono glaciologia, climatologia, sismologia, geomagnetismo e biodiversità, discipline fondamentali per comprendere meglio il futuro del nostro pianeta.

La nave rompighiaccio Laura Bassi protagonista

Tra i protagonisti della missione c’è la nave rompighiaccio Laura Bassi, di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste (OGS), che ha recentemente salpato in direzione della Nuova Zelanda. Questa nave, cruciale per il successo delle spedizioni in Antartide, è partita per una missione che durerà fino a marzo 2025, affrontando 50 giorni di navigazione e transitando attraverso il Canale di Panama.

La nave raggiungerà la Nuova Zelanda entro la fine di novembre, per poi dirigersi verso il continente antartico a partire dal 9 dicembre. A bordo ci saranno 28 unità di personale tecnico-scientifico e un equipaggio navigante composto da 23 membri.

Un impegno scientifico di rilievo

La Laura Bassi è giunta alla sua sesta missione antartica e rappresenta uno dei punti di forza dell’intera spedizione. Il direttore del Centro gestione infrastrutture navali dell’OGS, Franco Coren, ha espresso grande soddisfazione per i risultati raggiunti nelle precedenti missioni: “Dopo cinque campagne di successo in Antartide, siamo estremamente soddisfatti delle attività svolte. Grazie ai lavori apportati a bordo e alla collaborazione tra equipaggio, personale tecnico e scientifico, abbiamo garantito il massimo supporto alle attività di ricerca oceanografica e geofisica.”

Il contributo della Laura Bassi alla comunità scientifica è notevole, poiché le missioni in Antartide consentono di raccogliere dati preziosi e di sviluppare nuove conoscenze su aspetti fondamentali del nostro pianeta, come le correnti oceaniche, il clima e l’ecosistema polare.

La missione in due fasi

La spedizione italiana si articolerà in due fasi principali. La prima parte della missione si concluderà il 19 gennaio 2025 con il ritorno della Laura Bassi a Lyttelton, in Nuova Zelanda. Successivamente, a fine gennaio, la nave ripartirà per affrontare la seconda parte della missione, che si concluderà all’inizio di marzo 2025.

Durante entrambe le fasi, la nave sarà utilizzata come piattaforma per lo svolgimento di esperimenti e ricerche, fornendo supporto logistico e tecnico ai numerosi progetti in corso. Il team scientifico a bordo lavorerà in stretta collaborazione con i tecnici e l’equipaggio per garantire il buon esito delle operazioni.

Un contributo alla comunità scientifica internazionale

L’OGS e l’Italia svolgono un ruolo chiave nella ricerca antartica, contribuendo in maniera significativa alla comunità scientifica internazionale. Le informazioni raccolte durante queste missioni forniscono dati cruciali per gli studi sui cambiamenti climatici, la salute degli ecosistemi polari e la dinamica delle calotte glaciali. Questi risultati non sono solo utili per la scienza italiana, ma anche per le istituzioni e le organizzazioni di tutto il mondo impegnate nello studio dell’Antartide e degli oceani.

Una missione di alta tecnologia

La nave rompighiaccio Laura Bassi è dotata delle più moderne tecnologie per la navigazione e la ricerca scientifica. Grazie a recenti lavori di miglioramento, è ora in grado di supportare una gamma ancora più ampia di progetti. Le sue attrezzature permettono di condurre studi approfonditi sulla composizione degli oceani, la fauna marina e i movimenti tettonici sotto la superficie antartica.

Ogni missione antartica rappresenta una sfida unica, non solo per le condizioni climatiche estreme ma anche per la complessità delle operazioni scientifiche che vi si svolgono. La Laura Bassi continua a dimostrare la sua importanza come strumento di ricerca all’avanguardia.

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