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Idee & Consigli

I profumi contengono il mondo!

Incontro con Lorenzo Dante Ferro, maestro profumiere di fama internazionale, nel suo laboratorio a Gradiscutta di Varmo

Massi Boscarol

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foto: Lorenzo Dante Ferro, Maestro Profumiere di fama internazionale nel suo laboratorio di Gradiscutta di Varmo ©LDF

GRADISCUTTA DI VARMO – Profumi che spezzano incantesimi negativi, profumi che definiscono la propria individualità, altri che caratterizzano il gioco sociale. Profumi che inducono alla ricerca spirituale, profumi e seduzione, altri ancora a rimarcare il proprio status. O quello ambito. Profumi come volontà di potenza, profumi che esprimono errori non cercati, che ci mettono piacevolmente a nudo, altri atti di rigenerazione da sofferenza a creazione artistica. Insomma, i profumi esprimono – comunicano – esaltano. O in sintesi e come vedremo, i profumi contengono il mondo. 

L’arte dell’invisibile raccontata in un pomeriggio da Lorenzo Dante Ferro in persona, Maestro Profumiere di caratura internazionale (al mondo si calcolano un centinaio di persone che possono annoverare questo titolo), aprendo le porte del suo studio, del suo laboratorio, del suo cuore.

Farmacia Vaticana, ITA Airways, Sacher di Vienna, Florian di Venezia, Hassler di Roma passando per Costa Azzurra e Dubai, sono solo alcuni nomi dei prestigiosi clienti di LDF: “il profumo non è oggetto ma elemento soggettivo che trasferisce emozioni nel tempo!” uno dei primi segreti che ci confida il nostro protagonista sottovoce, perchè “la chiave esistenziale di ognuno di noi si basa sul ricordo olfattivo – senso che si sviluppa prima degli altri – e inizia dai neonati subito dopo la nascita alla ricerca dei punti cardine – l’odore della mamma, il latte, calore del corpo ovvero protezione, alimentazione, appartenenza.”

LDF, si scrive così, e per gli amanti della cosmesi è un punto di riferimento mentre per quelli della profumeria di nicchia è icona al limite del sovrannaturale, linea di demarcazione tra snobismo ed evoluzione, dove i valori estetici sono al vertice della vita spirituale.

Oltre 1500 materie prime, un moderno alchimista perennemente calato nell’arte di orchestrare i tempi di evaporazione: “è la persona che cambia il carattere del profumo e… viceversa! Lorenzo sa far uscire le note nei momenti determinati che ha deciso lui, ma soprattutto – nel caso dei floreali – prolunga la vita dei fiori recisi, ottiene per così dire l’anima del fiore, che continua a vivere con chi lo porta, assieme a chi lo indossa nella fragranza.” Sono le parole di Cindy, moglie, collaboratrice, parte solare dell’Impresa, e non si adopera la I maiuscola a caso.

Nel loro studio ci stai un pomeriggio e ti pare di averci vissuto una vita, tante sono le esperienze, le sfumature, gli stimoli, le suggestioni che porti via con te. La casa-laboratorio era una scuola, ed è tuttora una scuola, vien da considerare. “Chimica a Zurigo, profumeria a Grasse, poi Londra, NY e capo profumiere a Parigi per uno dei più grandi produttori internazionali, proprio come Renato Bianco, predecessore e collega arrivato in Francia nel medioevo: insomma, un italiano che comanda a Parigi! Orrore, blasfemia, oltraggio alla grandeur francese!” Sorride con una vena di compiacimento il nostro nel raccontarci per sommi capi il suo peregrinare d’essenza.

Psicologia, sociologia, antropologia ma anche esoterismo, numerologia oltre alle materie classiche di riferimento di colui che si cimenti nell’arte di qualsivoglia creazione: queste le chiavi appoggiate su di una bilancia onnivora che Lorenzo adopera per dischiudere le porte della realtà, della menzogna, dell’accrescimento, della fantasia. 

E poi l’idea, correva l’anno 1982, far nascere il proprio studio creativo e di produzione “inventando un procedere ispirato all’arte della profumeria che deriva dalla tradizione, in particolare quella veneziana.”

Ecco La Bibbia, di cui scandisce il testo con incedere liturgico: “Notandissimi secreti de l’arte profumatoria” a cui segue un luogo ed una data. Venezia, 1555. “A quel tempo quelli che ora hanno in mano lo scettro del potere – qualche parallelo più a nord – vivevano praticamente nelle caverne, noi… facevamo profumi!” con l’umorismo che caratterizza la sua cifra stilistica, anche quando è in borghese, perchè “la modernità ha sempre fatto parte della tradizione italiana”, rincarando la dose. E ancora, a guisa di preghiere, la pronuncia di vocaboli che appaion magici quali acqua arabesca o regola maestrale, o come aggettivi superlativi del superlativo: eccellentissima. “Provate a scandirla, quanto fa star bene!”

Capitolo uomo-donna: nella neolingua del politically correct che sta cambiando lentamente – o almeno cerca di farlo –  le percezioni, secondo il Maestro si possono certamente ancora dividere i profumi tra maschili e femminili laddove l’uomo sceglie ad occhi chiusi ciò che sa di pulito e la donna – che teme nella vita solo la concorrenza di un’altra donna – è alla perenne ricerca di un’arma da competizione. L’esteta, da un parte. La madre, dall’altra. Legno, erbe, acqua per lui. Fiori, incensi, frutta per lei dove profumo è anche gioco della seduzione, giammai dimenticando come i difetti spesso siano sexy.

Giro del mondo in novanta… secondi: “paesi nordici uguale poca luca quindi profumi dolci, che virino pure sul stucchevole, tanto zucchero e tanto alcool, che poi corrisponde al come si alimentano, e guai a raccontare ad una mamma nostra connazionale la quale si accinge a sposare la figlia che il profumo creato apposta per la grande occasione contenga anche il crisantemo. Che ancora non porti sfortuna! Reazioni inversa nel Sol Levante, dove lo stesso è il fiore nazionale”.

Un’occhiata a trecentosessanta gradi: boccette, decine di migliaia, volti che esprimono un’accoglienza senza pregiudizi e con un velo di malinconia, la foto di Papa Ratzinger che riceve l’essenza di rosa per profumare l’olio crismale – richiamo mariano imprescindibile, il Cour de Ferrose, flacone che contiene polvere d’oro a 23 carati; ed ancora L’oro degli immortali, romanzo del grande Paolo Maurensig, sulla cui copertina c’è – immaginate un po’ – mr LDF! Ancora letteratura, aneddoti, personaggi illustri: Patricia Cornwell che cita uno dei suoi profumi nel giallo Depraved Heart, oppure Lagerfeld e Renato Zero che si innamorano di Amorvero (e si chiede venia per il gioco di parole), l’architettura olfattiva, il decoro d’interni, ancora volti sempre più familiari, sempre più umani, sempre più comprensivi, la foto dell’amata figlia, perpetua fonte d’ispirazione.

Diventare più giovane, più interessante, incontrare persone che non ci sono più, viaggiare, ovunque, ritornare in quel preciso luogo in quel preciso istante, perpetuamente, il mito dell’eterno ritorno, essere al MOMA di NY, sui canali di Amsterdam, su uno scoglio a Capri, in una periferia malfamata, nella medina di Casablanca, la pioggia nel pineto, in cima ad un ottomila, weekend fra gli anelli di Saturno, trasformarsi in Alain Delon, Audrey Hepburn, Gioacchino Murat, Cleopatra, Arsenio Lupin, la regina di cuori: indossare un profumo – già perchè i profumi si indossano! – significa essere un tutt’uno con la parte di noi che desideriamo.

E poi guardi l’orologio e pensi sia passata un’ora, un giorno, un anno, un eone: un viaggio in lungo, in largo, nel passato, nel futuro, fuori, dentro, estroverso, introverso, un’esistenza multisensoriale, perennemente connessa con la Bellezza. E’ proprio così, è proprio come afferma Lorenzo Dante Ferro: “i profumi contengono il mondo!”

“Notandissimi secreti de l’arte profumatoria”: La Bibbia dell’arte profumatoria nella mani di LDF

 

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