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Controlli migranti: scontro tra Viminale e ong sui dati dell’immigrazione

Un anno di controlli alle frontiere orientali. Le ong segnalano arrivi continui, mentre i dati ufficiali indicano un calo significativo

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Polizia - migranti
Polizia ( © Depositphotos)

Il dibattito sull’immigrazione lungo la frontiera orientale d’Italia è acceso, con numeri e interpretazioni che divergono tra il Viminale e le organizzazioni non governative (ong) che operano sul territorio. Dal 21 ottobre 2023 al 14 ottobre 2024, il Ministero dell’Interno ha registrato 4.900 migranti irregolari rintracciati lungo il confine con la Slovenia, segnando una diminuzione del 50% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, secondo le associazioni che operano in Friuli-Venezia Giulia, la realtà è ben diversa.

Il calo degli arrivi: versioni discordanti

Il Viminale sostiene una riduzione significativa degli arrivi lungo la rotta balcanica, basandosi sui controlli intensificati alle frontiere. Oltre 1.600 persone sono state denunciate, sebbene i dettagli di queste denunce non siano stati resi pubblici. Inoltre, 262 persone sono state arrestate, di cui 135 identificati come passeur o trafficanti di esseri umani. Nonostante questi numeri, le associazioni locali, attive nell’accoglienza e nel monitoraggio del fenomeno, affermano che il calo sia inferiore al 10%.

Secondo i volontari che operano sul campo, gli arrivi di migranti a Trieste sono pressoché continui, anche se non sempre documentati ufficialmente. Il punto di attrito principale tra le due versioni riguarda la discrepanza tra i dati ufficiali e la realtà percepita sul territorio.

Gli arrivi non registrati e i punti di controllo

Mentre i principali valichi di confine sono oggetto di controlli costanti, la situazione è diversa nei percorsi secondari, che attraversano il Carso. In particolare, il sentiero che collega la conca di Orlek a Trebiciano viene spesso segnalato come uno dei punti di passaggio meno controllati, con decine di persone che lo percorrono ogni giorno senza essere intercettate. Gli autisti dei mezzi pubblici locali hanno confermato di aver visto migranti a varie fermate, soprattutto nei pressi delle zone carsiche.

L’assenza di controlli in queste aree minori rende difficile il monitoraggio preciso degli arrivi. Per le ong, se un migrante non viene ufficialmente rintracciato, la sua presenza non viene registrata, falsando i dati sull’immigrazione irregolare.

L’incidente di via della Fabbrica

Mentre il dibattito sui numeri dell’immigrazione continua, la situazione sul territorio mostra un quadro di crescente complessità. Un recente episodio di cronaca ha scosso la città di Trieste: un giovane di nazionalità pachistana è stato rapito e sequestrato all’interno di un magazzino nel Porto vecchio da tre suoi connazionali. La vittima è riuscita a fuggire, portando all’arresto di uno dei responsabili, mentre gli altri due sono ancora ricercati.

Non si tratta di un caso isolato. Questo è il secondo episodio di rapimento a fini di estorsione che coinvolge migranti a Trieste. Il primo caso aveva visto protagonisti due cittadini pachistani, arrestati per aver sequestrato tre migranti indiani, anche loro arrivati in Italia lungo la rotta balcanica.

La gestione della frontiera: una sfida ancora aperta

I controlli lungo la frontiera orientale, intensificati dalla sospensione temporanea del regime di Schengen, sono una delle misure adottate per contrastare l’immigrazione irregolare. Tuttavia, il divario tra i dati ufficiali e le testimonianze sul campo pone una serie di domande sulla reale efficacia di queste misure.

Le associazioni locali denunciano una mancata gestione del fenomeno, con flussi migratori che continuano a interessare la città e la sua provincia, anche se non sempre intercettati dalle autorità. La sfida rimane aperta, tra la necessità di controlli più capillari e il rispetto dei diritti umani, in un contesto in cui la pressione migratoria sembra destinata a proseguire.

In attesa di risposte concrete, la situazione resta tesa, con le ong e il Viminale che continuano a confrontarsi su dati e strategie per affrontare un fenomeno che, nonostante i controlli, non sembra in calo.

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