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Scoperto un nuovo catalizzatore bifunzionale all’Università di Trieste

Un team di ricerca internazionale all’Università di Trieste scopre un catalizzatore bifunzionale per l’energia sostenibile

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Vitamina b12 - catalizzatore bifunzionale
Vitamina b12 ( © Depositphotos)

TRIESTE – Un gruppo di ricerca internazionale coordinato dal dipartimento di fisica dell’Università degli Studi di Trieste ha recentemente annunciato una scoperta che potrebbe segnare un passo avanti nel campo della chimica e dell’energia sostenibile. Il team ha sintetizzato un catalizzatore bifunzionale ispirato alla vitamina B12, una molecola naturale nota per la sua versatilità nelle reazioni chimiche.

La scoperta, che ha visto la collaborazione di istituzioni di spicco come l’Istituto Officina dei Materiali del CNR, Elettra Sincrotrone Trieste e il Laboratorio di Nanostrutture di Superficie dell’EPFL in Svizzera, è stata recentemente pubblicata su Advanced Functional Materials, una delle riviste scientifiche di punta del settore.

Ispirazione dalla natura: il ruolo della vitamina B12

La vitamina B12, o cobalamina, è una molecola complessa al cui centro si trova un atomo di cobalto. Questa struttura unica permette alla B12 di catalizzare reazioni chimiche differenti a seconda delle condizioni chimiche in cui si trova. Il gruppo di ricerca ha utilizzato questo comportamento come fonte d’ispirazione per creare un catalizzatore artificiale capace di favorire due reazioni chimiche distinte, ciascuna sostenuta da uno stato di ossidazione diverso del cobalto.

Secondo il professor Erik Vesselli, docente di fisica sperimentale della materia all’Università di Trieste e coordinatore dello studio, “il risultato dimostra come la natura possa ispirare la creazione di nuovi materiali dalle proprietà applicative estreme, specialmente nel campo dell’energia verde“.

Un potenziale rivoluzionario per l’energia sostenibile

Il catalizzatore bifunzionale rappresenta una scoperta di grande rilievo, soprattutto per quanto riguarda le sue applicazioni nel campo dell’accumulo e trasporto di energia. La possibilità di creare materiali capaci di favorire reazioni chimiche diverse apre nuove strade per lo sviluppo di tecnologie energetiche più efficienti e sostenibili.

In particolare, la ricerca punta a soluzioni che possano ottimizzare processi chiave come la produzione di energia rinnovabile o lo stoccaggio di idrogeno, elementi centrali nel quadro della transizione energetica globale.

Una collaborazione internazionale di eccellenza

Il progetto ha beneficiato del contributo di diverse realtà scientifiche di primo piano, tra cui l’Istituto Officina dei Materiali del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), che ha fornito competenze e infrastrutture all’avanguardia. Altrettanto rilevante è stato il coinvolgimento di Elettra Sincrotrone Trieste, una delle principali strutture di ricerca europee nel campo della luce di sincrotrone, e del Laboratorio di Nanostrutture di Superficie dell’EPFL in Svizzera, che ha contribuito con le sue competenze nei nanomateriali.

Questa sinergia tra realtà scientifiche diverse ha permesso di ottenere risultati significativi, portando alla pubblicazione dello studio su una rivista prestigiosa come Advanced Functional Materials.

Prospettive future

Il successo di questa ricerca apre la strada a ulteriori sviluppi nel campo dei catalizzatori bifunzionali. Vesselli ha sottolineato che il prossimo passo sarà quello di migliorare ulteriormente le proprietà del catalizzatore, con l’obiettivo di renderlo ancora più efficiente e versatile. Inoltre, i risultati ottenuti potrebbero portare alla creazione di nuovi materiali su misura per applicazioni specifiche, dal settore industriale a quello delle energie rinnovabili.

Questo progresso scientifico rappresenta un esempio di come il Friuli-Venezia Giulia, attraverso le sue eccellenze universitarie e di ricerca, possa contribuire a sfide globali come la transizione energetica e lo sviluppo sostenibile.

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