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Traforo Monte Croce Carnico: Italia e Austria unite per un’infrastruttura strategica

Progetto di un traforo di 4 km al Passo di Monte Croce Carnico: Italia e Austria unite per rilanciare economia e turismo

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Passo di Monte Croce Carnico
Passo di Monte Croce Carnico

Un traforo di 4 chilometri al Passo di Monte Croce Carnico per collegare Friuli e Austria: questa l’idea discussa in un recente incontro tra le autorità regionali, i rappresentanti economici e le istituzioni locali del Friuli-Venezia Giulia e della Carinzia. Il progetto è stato affrontato al tavolo di confronto convocato da Giovanni Da Pozzo, presidente della Camera di commercio Pordenone-Udine, e dal vicepresidente del consiglio regionale Stefano Mazzolini, con l’obiettivo di dare stabilità e nuova vitalità economica a quest’area di confine.

Obiettivo: rafforzare economia e turismo

L’incontro, che ha visto anche la partecipazione dell’assessora regionale alle Infrastrutture Cristina Amirante in videoconferenza, ha messo in evidenza l’importanza strategica del progetto per l’intero comparto economico e turistico del territorio. Secondo Da Pozzo, il traforo del Passo di Monte Croce Carnico “non è solo un problema regionale, ma un’opportunità per rilanciare tutta l’area transfrontaliera”. Il presidente della Camera di commercio ha ribadito come sia necessario guardare a una soluzione che vada oltre le emergenze del momento, e garantisca una connessione stabile e sicura per il futuro.

Tempistiche e finanziamenti: la sfida è europea

Nonostante il progetto abbia ricevuto un ampio consenso, le tempistiche non saranno brevi. La costruzione del traforo potrebbe richiedere tra 5 e 8 anni, un periodo durante il quale sarà fondamentale assicurarsi finanziamenti adeguati. I costi, ancora da quantificare con precisione, dovrebbero trovare sostegno attraverso fondi europei, come sottolineato dal vicepresidente Mazzolini e dall’assessora Amirante. Il sostegno dell’Unione Europea sarà cruciale per coprire le spese di un’opera che, pur con dimensioni relativamente contenute, richiede risorse ingenti e un impegno congiunto.

Dichiarazioni di sostegno unanime

Le istituzioni e i rappresentanti delle categorie economiche, tra cui Ermes Antonio De Crignis, presidente della Comunità di montagna della Carnia, hanno espresso il loro pieno supporto. Anche le autorità austriache, collegate in videoconferenza, hanno ribadito l’importanza del progetto e la disponibilità a collaborare attivamente. Per la europarlamentare austriaca Elisabeth Dieringer-Granza, la galleria di Monte Croce Carnico rappresenta “una risposta concreta alle necessità di chi vive e lavora in queste aree”.

Vantaggi per viabilità e sicurezza

Oltre ai benefici per economia e turismo, il traforo sarebbe una soluzione efficace anche in termini di sicurezza e manutenzione della viabilità. Al momento, l’attuale strada del passo di Monte Croce Carnico necessita di frequenti interventi, con impatti significativi sui tempi e sui costi. “Investire in una galleria, anche se breve, ridurrebbe sensibilmente la necessità di interventi di manutenzione”, ha aggiunto Mazzolini, sottolineando come questo sia anche un’opportunità per migliorare la sicurezza stradale a vantaggio di residenti e turisti.

L’importanza di una visione a lungo termine

L’incontro ha anche evidenziato l’importanza di adottare una prospettiva a lungo termine. Da Pozzo ha dichiarato che, dopo decenni di rinvii, è il momento di affrontare in modo stabile la questione del collegamento al passo. “Il ragionamento a lungo termine è più impegnativo, ma è di prospettiva”, ha sottolineato il presidente della Camera di commercio, rimarcando come una soluzione stabile rappresenti un punto chiave per lo sviluppo economico e turistico di Friuli e Carinzia.

Europa, Italia e Austria al lavoro per un futuro condiviso

Il progetto del traforo di Monte Croce Carnico si inserisce in una strategia di collaborazione transfrontaliera che mira a rafforzare i legami tra Italia e Austria e a valorizzare le peculiarità delle aree di confine. Con il coinvolgimento delle autorità europee e regionali, il progetto ambisce a diventare un esempio di cooperazione internazionale orientata allo sviluppo sostenibile, con benefici che si estendono a tutta l’area alpina.

Il sì unanime dei rappresentanti delle categorie e delle istituzioni lascia sperare che il traforo possa realmente vedere la luce.

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