Economia & Lavoro
Declino demografico e case vuote in Friuli-Venezia Giulia, come affrontare l’emergenza?
Il Friuli-Venezia Giulia affronta una sfida tra calo demografico e aumento delle abitazioni vuote. Servono incentivi per la riqualificazione immobiliare e per offrire alloggi a chi lavora, rilanciando l’attrattività della regione
In Friuli-Venezia Giulia, il calo demografico e l’aumento degli immobili stanno creando una realtà preoccupante. Case vuote, molti immobili inutilizzati e una popolazione in declino mettono in risalto l’urgenza di interventi strutturali per salvaguardare il patrimonio edilizio e rilanciare l’attrattiva della regione.
L’impatto della demografia sul patrimonio immobiliare
Secondo la Fondazione Think Tank Nord Est, tra il 2013 e il 2023 la popolazione in Friuli-Venezia Giulia è diminuita di oltre 29.000 residenti, mentre le abitazioni sono aumentate di 15.104 unità. Questo fenomeno è particolarmente evidente nell’Udinese, dove al calo di 21.431 abitanti è corrisposto un incremento di 7.228 case. Tale squilibrio porta con sé conseguenze non solo sociali ma anche economiche, evidenziando la necessità di riqualificare gli immobili e di incentivare investimenti mirati per offrire alloggi a chi lavora nella regione.
Una regione di case vuote
L’analisi della Fondazione mostra come l’87% dei Comuni del Friuli-Venezia Giulia abbia sperimentato sia un calo di abitanti sia un aumento di abitazioni. Nei piccoli Comuni con meno di 500 residenti, 63% delle abitazioni risultano vuote, mentre nei Comuni con una popolazione compresa tra 500 e 1.000 abitanti la percentuale scende al 47%. Al contrario, nelle aree urbane più grandi, con oltre 10.000 abitanti, il tasso di case non occupate si attesta tra il 15% e il 16%.
L’importanza di ristrutturare e incentivare
Antonio Simeoni, vicepresidente della Fondazione Think Tank Nord Est, ha evidenziato come il problema abitativo influisca direttamente sul settore del lavoro: le aziende che riescono a offrire alloggi ai dipendenti sono avvantaggiate nel reperimento di personale. Soprattutto nel settore turistico, la possibilità di alloggiare i lavoratori rappresenta un valore aggiunto per l’attrattività delle posizioni aperte.
Nuove misure per la riqualificazione del patrimonio abitativo
Dopo la stagione dei “superbonus”, è necessario orientarsi verso incentivi mirati e duraturi. La Fondazione propone contributi strutturali per stimolare il recupero delle case vuote, che potrebbero essere messe a disposizione dei lavoratori, soprattutto nelle aree limitrofe alle località turistiche. Questo approccio contribuirebbe non solo a ridurre il tasso di immobili vuoti, ma anche a ripopolare i piccoli Comuni, creando nuove opportunità per i servizi locali.
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