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Strumîrs e Zambarlans: il racconto di una rivolta storica in friulano

Al Teatro Nuovo di Udine debutta Strumîrs e Zambarlans, un’opera in friulano che racconta storia, potere e umanità.

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Cast Strumîrs e Zambarlans
Cast Strumîrs e Zambarlans

Il Teatri Stabil Furlan (TSF) porta in scena Strumîrs e Zambarlans, uno spettacolo che esplora una pagina complessa e poco conosciuta della storia friulana. La prima assoluta andrà in scena il 22 novembre alle 20.30 al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, per poi proseguire in altre date. L’opera si distingue per l’uso del friulano come lingua di rappresentazione, scelta che accentua l’autenticità e il valore simbolico della narrazione. Il presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin, ha sottolineato come quest’opera rappresenti “un’occasione per riflettere su potere e memoria collettiva”, temi che emergono con forza dalla produzione.

Il Cast: voci e volti del Friuli

A dare vita a Strumîrs e Zambarlans sarà un cast d’eccezione, con attori e attrici di spicco del panorama friulano, tra cui Paola Aiello, Manuel Buttus, Serena Costalunga e Jacopo Pittino. La loro interpretazione sarà accompagnata da un coro talentuoso, che comprende figure come Juliana Azevedo e Caterina Di Biaggio. Grazie alla regia di Ferruccio Merisi e alle musiche originali di Marco Maiero, questa produzione si annuncia come una delle più importanti della stagione del TSF, un vero “oratorio civile” che rappresenta la ricchezza culturale della regione.

Un evento storico e tragico: la Zobia Grassa

L’opera, scritta nel 1978 da Alviero Negro, narra la “Crudel Zobia Grassa”, il Giovedì Grasso del 1511, durante il quale si verificarono violenze e saccheggi in Friuli. La popolazione, esasperata, si ribellò contro la nobiltà locale, divisa fra fazioni filoveneziane (gli Zambarlans, guidati da Antonio Savorgnan) e filoasburgiche (gli Strumîrs, legati alla famiglia Della Torre). Questa tragedia rinascimentale si fa metafora di divisioni sociali ed esclude il popolo dalla storia, relegandolo al ruolo di vittima.

Un’opera attuale: il potere e il popolo

Secondo il direttore artistico Massimo Somaglino, Strumîrs e Zambarlans rispecchia in modo forte i rapporti di oppressione tra classi sociali. I nobili dell’epoca, intenti a scegliere l’alleato migliore, trascurano il popolo, che reagisce con rabbia e disperazione. Somaglino commenta come “anche oggi i potenti sembrano dimenticare il proprio ruolo guida, lasciando il popolo in balia di se stesso”. È una riflessione universale, valida oggi come nel passato, sulla responsabilità di chi guida la comunità.

La visione di Merisi: un Friuli che rappresenta tutti

Ferruccio Merisi, regista e adattatore del testo, ha spiegato di aver dato all’opera una struttura “di oratorio civile corale”, mantenendo intatta l’essenza di Negro ma donandole un ritmo contemporaneo. Merisi descrive l’opera come un ritratto di umanità e sofferenza, in cui il Friuli diventa simbolo dell’umanità intera, capace di “rappresentare la fragilità delle piccole comunità colpite dalla guerra”. La sua visione del dramma è stata arricchita dalla collaborazione di Marco Maiero, che ha composto musiche potenti e suggestive.

Musica come voce della storia

La musica svolge un ruolo fondamentale, come spiega il compositore Marco Maiero: “i canti del coro nascono dal testo e si intrecciano con la narrazione”. Il coro, sempre presente in scena, amplifica la tensione drammatica e rappresenta le voci della memoria collettiva. La musica diventa così un “preludio” ai conflitti e alle tragedie narrate, con una potenza che arricchisce l’impatto emotivo dello spettacolo.

Informazioni pratiche e biglietteria

I biglietti per Strumîrs e Zambarlans sono acquistabili in prevendita online attraverso il circuito VivaTicket. Per chi preferisce acquistare i biglietti in loco, la biglietteria sarà aperta un’ora prima dell’inizio dello spettacolo. È previsto l’ingresso gratuito per gli accompagnatori di persone diversamente abili. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito ufficiale del Teatri Stabil Furlan, oltre che sui canali social.

Questo spettacolo rappresenta una grande occasione per immergersi in una parte di storia friulana che parla di conflitti, potere e memoria, e offre una prospettiva nuova e toccante sulle radici e identità della regione Friuli-Venezia Giulia.

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