Seguici su

Cronaca & Attualità

Trieste: aumento dei detenuti e difficoltà nel reinserimento sociale

La crescita della popolazione carceraria al Coroneo, il sovraffollamento e le difficoltà per il reinserimento sociale degli ex detenuti

Avatar

Pubblicato

il

Detenuto in manette - aumento dei detenuti Trieste
Detenuto in manette ( © Depositphotos)

Il carcere di Trieste, situato nel quartiere di Coroneo, sta vivendo un periodo di crescente difficoltà. La popolazione carceraria è aumentata di oltre il 25% in soli due anni, passando da 178 detenuti nel 2022 a 259 nell’ultimo periodo. La situazione è particolarmente grave, con un sovraffollamento che supera il 70%, creando difficoltà non solo per i detenuti ma anche per gli agenti di polizia penitenziaria.

Questo allarmante quadro è stato presentato dalla garante dei detenuti, l’avvocato Elisabetta Burla, nel corso di una seduta del consiglio comunale, convocata dai consiglieri di opposizione. L’appello fatto dall’opposizione riguarda proprio la necessità di adottare misure concrete per favorire il reinserimento degli ex detenuti nella società.

Un incremento preoccupante dei detenuti

Secondo la relazione presentata dall’avvocato Burla, nel periodo tra luglio 2023 e luglio 2024 la popolazione carceraria è cresciuta in maniera esponenziale. 259 detenuti sono attualmente ospitati nel carcere di Coroneo, di cui 25 donne, un dato che segnala un incremento significativo rispetto agli anni precedenti. Solo un anno prima, i detenuti erano 205, mentre nel 2022 erano 178. Un aumento di oltre il 25% in due anni, che non sembra accennare a una diminuzione, nonostante il forte sovraffollamento.

Le condizioni di vita nelle celle: caldo torrido e sovraffollamento

Uno degli aspetti più critici segnalati dalla garante riguarda le condizioni di vita all’interno delle celle. Durante i mesi estivi, le temperature all’interno del carcere possono superare i 33 gradi già dalle prime ore del mattino, con le celle che ospitano fino a sette persone in spazi ristretti. La mancanza di ventilazione e la sovraffollamento contribuiscono a rendere insopportabile la situazione. Un altro problema emerso riguarda la difficoltà nelle comunicazioni con i familiari, aspetto che aggrava ulteriormente la condizione di isolamento dei detenuti.

Difficoltà economiche e mancanza di fondi per il reinserimento

La situazione è resa ancora più complessa dalla mancanza di fondi pubblici destinati a progetti educativi e professionali all’interno del carcere, ma anche per il reinserimento degli ex detenuti nella società. La carente disponibilità di risorse economiche ha ostacolato l’attivazione di programmi che potrebbero favorire la riabilitazione e prevenire il rischio di recidiva. A queste difficoltà si aggiunge il problema abitativo, con alcuni detenuti, italiani e stranieri, impossibilitati a fruire di misure alternative come i domiciliari, proprio per la mancanza di un’abitazione stabile.

Le difficoltà burocratiche: il caso del braccialetto elettronico

Un altro problema segnalato riguarda il sistema delle pene alternative, come l’uso del braccialetto elettronico. Burla ha portato come esempio il caso di un detenuto la cui misura cautelare è stata convalidata a dicembre, ma che ha dovuto attendere fino a marzo per ricevere il dispositivo, rimanendo quindi in carcere per un tempo aggiuntivo e contribuendo ulteriormente al sovraffollamento. Questo caso evidenzia le gravi inefficienze burocratiche che, oltre a danneggiare i detenuti, aggravano la pressione sul sistema penitenziario.

Le madri detenute e la carenza di strutture adeguate

Un tema particolarmente delicato affrontato dall’avvocato Burla è quello delle madri detenute con figli al seguito. Gli studi evidenziano come la detenzione possa compromettere gravemente lo sviluppo psicologico e sociale dei bambini, causando danni anche permanenti. In Friuli-Venezia Giulia, non esistono strutture adeguate per ospitare detenute con figli sotto i sei anni, a differenza di altre regioni italiane dove sono presenti strutture speciali per questo tipo di esigenze.

Le difficoltà dell’amministrazione e la risposta dell’opposizione

Durante il dibattito in consiglio comunale, la consigliera Kakovic (Adesso Trieste), prima firmataria della mozione per convocare il garante, ha criticato l’amministrazione comunale per la mancata regia politica e l’incapacità di gestire una situazione che ha ormai superato i limiti. In particolare, ha sottolineato come la maggioranza non stia prendendo adeguatamente in mano la questione, lasciando la città in balia di un sistema penitenziario inefficace. L’assessore al sociale Massimo Tognolli, dal canto suo, ha evidenziato che circa 140 persone sono seguite dai servizi sociali per interventi che riguardano l’assistenza economica e la ricerca di una casa o di un lavoro, ma la situazione rimane critica.

Continua a leggere le notizie di Diario FVG e segui la nostra pagina Facebook

Clicca per commentare

You must be logged in to post a comment Login

Tu cosa ne pensi?