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Economia & Lavoro

Affitti brevi, Friuli Venezia Giulia: 60% delle strutture irregolari, Udine in testa

Il 60% delle strutture ricettive del Friuli-Venezia Giulia non rispetta le nuove norme per gli affitti brevi

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Affitti brevi
Affitti brevi ( © Pixabay)

Il Friuli-Venezia Giulia è la regione con la più alta percentuale di strutture non a norma per affitti brevi, secondo i dati del Ministero del Turismo. A poche settimane dall’entrata in vigore del decreto legge che dal 1° gennaio 2025 obbligherà all’adozione del Codice Identificativo Nazionale (CIN) e altre misure, il 60% delle strutture regionali non ha ancora avviato le pratiche necessarie.

Udine prima nella lista delle città irregolari

A livello regionale, Udine si conferma la città meno virtuosa, con il 62% delle strutture non ancora registrate, seguita da Gorizia (60%), Trieste (57%) e Pordenone (53%). Questi numeri pongono il Friuli-Venezia Giulia in cima alla lista delle regioni italiane più indietro sull’adeguamento, davanti a Marche (45%) e Liguria (44%).
Tra le regioni più virtuose, invece, spicca la Basilicata con l’84% di strutture già conformi alle nuove regole.

Cosa prevede la normativa?

Dal 2025, chiunque intenda affittare un immobile a scopo turistico dovrà:

  • Ottenere il CIN (Codice Identificativo Nazionale) e indicarlo in ogni annuncio pubblicitario.
  • Esibire il CIN all’esterno dello stabile, visibile al pubblico.
  • Garantire la sicurezza degli impianti e dotarsi di dispositivi come estintori e rilevatori di fumo.
  • Presentare la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) al Comune tramite lo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP).
    Il mancato rispetto di queste prescrizioni comporta severe sanzioni pecuniarie.

Sanzioni fino a 10.000 euro per chi non si adegua

Le penalità per le irregolarità sono significative, come spiegano gli esperti legali dello studio Rödl & Partner:

  • CIN mancante: multe da 800 a 8.000 euro.
  • CIN non esposto: sanzioni da 500 a 5.000 euro e rimozione immediata dell’annuncio pubblicitario.
  • Mancanza di sicurezza degli impianti: multe da 600 a 6.000 euro.
  • Assenza della SCIA per attività imprenditoriale: multe da 2.000 a 10.000 euro, in base alla dimensione dell’immobile.
    Gli operatori del settore devono agire in fretta per evitare queste sanzioni, adeguandosi entro la fine dell’anno.

Le sfide per il Friuli-Venezia Giulia

Nonostante l’urgenza, la regione si trova in ritardo significativo rispetto ad altre realtà italiane. La mancanza di consapevolezza e le difficoltà burocratiche sembrano essere tra le principali cause. Udine e Gorizia, con percentuali di irregolarità superiori al 60%, rappresentano i casi più emblematici.

Un’opportunità per i proprietari

Adeguarsi alla normativa non è solo un obbligo, ma anche un’opportunità per migliorare la trasparenza e la qualità dell’offerta turistica regionale. Un settore regolamentato aumenta la fiducia dei turisti, favorendo un turismo più responsabile e sostenibile.
I proprietari hanno ancora alcune settimane per mettersi in regola e contribuire a trasformare una criticità in un punto di forza per il Friuli-Venezia Giulia.

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