Calcio
Calcio giovanile: insulti sessisti e minacce a un arbitro donna
Episodio grave sui campi di gioco: insulti e minacce sessiste a un arbitro donna durante una partita giovanile
Un grave episodio ha scosso il calcio giovanile regionale, con protagonisti un giovane calciatore e una direttrice di gara. Durante la partita Under 16 provinciale tra Bujese e Vivai Rauscedo Gravis, disputata domenica 24 novembre a Buja, un calciatore si è reso protagonista di insulti sessisti e minacce rivolte all’arbitro.
Il momento della sostituzione e gli insulti in campo
L’episodio è iniziato durante una normale sostituzione. Il giovane giocatore del Vivai Rauscedo, invitato dall’arbitro a lasciare rapidamente il terreno di gioco, ha reagito in modo inaccettabile. Secondo quanto riportato dal referto arbitrale e confermato dal giudice sportivo, il ragazzo avrebbe pronunciato a voce alta espressioni denigratorie e sessiste, ripetendo più volte una frase a sfondo sessuale diretta alla direttrice di gara.
Il cartellino rosso e le offese successive
La reazione dell’arbitro non si è fatta attendere: il calciatore è stato immediatamente espulso dal campo con un cartellino rosso. Ma l’episodio non si è fermato lì. A partita terminata, mentre l’arbitro si dirigeva verso gli spogliatoi, il giovane ha continuato con insulti offensivi e intimidatori, alimentando ulteriormente la gravità della situazione.
Minacce anche al termine della gara
La vicenda ha raggiunto il culmine quando l’arbitro, ormai fuori dal campo, si è diretta verso la propria auto. A quel punto, il calciatore ha lanciato una frase minacciosa a voce alta, dimostrando un atteggiamento intimidatorio che ha aggravato ulteriormente la sua posizione.
La decisione del giudice sportivo: squalifica di 11 giornate
Il comportamento del calciatore non poteva passare inosservato agli occhi del giudice sportivo. Dopo un’attenta analisi del referto, è stata emessa una squalifica di ben 11 giornate, una delle pene più severe per episodi di questo genere nel contesto del calcio giovanile. Tale provvedimento mira a sottolineare la necessità di tutelare i direttori di gara e di combattere ogni forma di discriminazione e intimidazione.
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