“Dichiarare l’esistenza della violenza di genere contro gli uomini non significa negare quella contro le donne.” Con questa frase incisiva, Il Fiocco di Neve APS si presenta come uno dei pochi centri in Italia dedicati quasi esclusivamente agli uomini vittime di violenza. Situato a Gorizia, il centro rappresenta una risorsa fondamentale non solo per il Friuli-Venezia Giulia, ma per tutto il Paese. “Il fenomeno è in aumento,” avverte Helena Bia, criminologa e presidente dell’associazione.
Un fenomeno sommerso e difficilmente denunciato
Secondo uno studio della dottoressa Bia, il numero oscuro della violenza sugli uomini, cioè le denunce mai fatte, è nove volte superiore rispetto a quelle delle donne. “Gli uomini spesso non denunciano perché temono di non essere creduti o, peggio, di essere ridicolizzati. Molti ci raccontano che il supporto istituzionale è carente: chiamando il 1522 si sentono dire che, essendo uomini, non possono essere aiutati,” spiega Bia.
Questo atteggiamento scoraggia le vittime, che spesso si convincono di non avere valore come tali. Il risultato è un silenzio che nasconde una realtà fatta di abusi fisici, psicologici ed economici.
Il supporto del Fiocco di Neve
Nonostante si rivolga a vittime di ogni genere, Il Fiocco di Neve è diventato un punto di riferimento per uomini vittime di violenza domestica. Attualmente, il team di dieci volontari segue circa 40 persone, il 65% delle quali provenienti dal Friuli-Venezia Giulia.
Tra i tipi di violenza più frequenti figurano quella psicologica, come insulti e svalutazioni, ed economica, spesso legata a separazioni in cui i figli vengono usati come strumenti di manipolazione. Negli ultimi anni, però, si è registrato un aumento delle aggressioni fisiche, con il 60% delle vittime assistite che dichiara di aver subito percosse.
La sfida del lockdown e il boom delle chiamate
Il Fiocco di Neve ha aperto la sua sede l’8 marzo 2020, proprio all’inizio del lockdown. In quel periodo, le chiamate erano poche, perché le vittime avevano meno possibilità di contattare il centro. Ma con il 2021 si è assistito a un boom di richieste di aiuto, soprattutto nei periodi di festività, quando le tensioni familiari si acuiscono.
“Abbiamo affrontato situazioni critiche, anche su richiesta della Questura di Gorizia,” racconta Bia. La violenza domestica, spesso graduale, può degenerare in episodi estremi. “Non tutti riescono a salvarsi; in alcuni casi si è passati dalle percosse a tragedie documentate dalla cronaca.”
La necessità di dare voce agli uomini
Le vittime di violenza maschile, sottolinea Bia, devono affrontare una doppia sfida: superare il trauma e combattere lo stigma sociale. “Per fortuna, grazie alla cronaca che inizia a parlarne, gli uomini sono più consapevoli e iniziano a rivolgersi ai medici. Ma le resistenze restano: molti nascondono i lividi o usano scuse per giustificarli.”
La situazione diventa ancora più dolorosa quando gli abusi avvengono di fronte ai figli. “I bambini vedono picchiare il proprio papà, subendo un doppio trauma. È una realtà che non possiamo ignorare,” sottolinea Bia.
Un impegno da rafforzare
Sebbene si tratti di un fenomeno minoritario rispetto alla violenza sulle donne, Bia ribadisce che le vittime maschili meritano attenzione e tutela. “Una vittima su tre di violenza domestica è un uomo,” conclude la criminologa.
Il Fiocco di Neve continua a rappresentare una speranza per chi cerca aiuto in silenzio. Perché ogni vittima, indipendentemente dal genere, ha diritto di essere ascoltata e supportata.
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