Il futuro del fiume Tagliamento, una delle risorse idriche più importanti del Friuli-Venezia Giulia, è stato al centro del dibattito tenutosi ieri sera a Varmo. L’evento, promosso dall’imprenditore Valter Bernardis, ha coinvolto una vasta platea di cittadini, rappresentanti delle istituzioni locali e categorie economiche, per discutere delle proposte legate alla gestione del corso d’acqua. L’obiettivo principale? Confrontarsi apertamente su idee e ipotesi di intervento.
Ad aprire la serata, Bernardis ha evidenziato l’importanza di creare un dialogo pubblico su un tema che riguarda 28mila abitanti e due zone industriali, con l’impatto diretto di opere come le casse di espansione.
La posizione della Regione
Cristina Amirante, assessore regionale alle Infrastrutture e territorio, ha sottolineato la volontà della Regione di mantenere un approccio inclusivo e aperto:
“Non esistono ancora progetti definitivi, ma solo ipotesi su cui stiamo avviando un confronto”.
Secondo Amirante, è fondamentale collaborare con l’Autorità di Bacino, che finora ha previsto nel suo piano interventi come le casse di espansione nel Medio Friuli. La Regione intende riunire rappresentanti di Comuni e categorie economiche per definire soluzioni condivise che tengano conto delle esigenze locali.
Un territorio che vuole essere protagonista
La serata, moderata dal vicedirettore del Gruppo Nem, Paolo Mosanghini, ha visto una partecipazione numerosa e appassionata. I sindaci di Varmo, Codroipo, Camino al Tagliamento, Ronchis e Rivignano Teor hanno preso parte al dibattito, affiancati dai rappresentanti di Confartigianato, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri. Tutti hanno espresso la necessità di affrontare le problematiche del Tagliamento con un’ottica di sostenibilità e lungimiranza.
Il coordinamento tra le diverse parti è stato individuato come la chiave per risolvere criticità storiche, come le esondazioni, e per rispondere agli impatti sempre più evidenti dei cambiamenti climatici.
Focus sulle progettualità: casse di espansione e manutenzione
Tra i temi più caldi discussi durante l’incontro, l’ipotesi delle casse di espansione a Varmo ha attirato particolare attenzione. Le ricadute su territori agricoli e produttivi sono state analizzate, considerando le sfide poste dalla necessità di garantire la sicurezza idraulica e preservare l’equilibrio economico locale.
Altri argomenti emersi riguardano la manutenzione degli argini e dei ponti, lo sghiaiamento del letto del fiume e l’impatto delle opere infrastrutturali. Questi interventi devono tenere conto non solo della sicurezza idraulica ma anche delle esigenze del settore agricolo, centrale per l’economia della regione.
Una sfida di lungo periodo
Negli ultimi trent’anni, molteplici progetti sono stati proposti per il Tagliamento, ma pochi hanno trovato attuazione concreta. Oggi, l’emergenza climatica rende ancora più urgente individuare soluzioni strutturali. Come emerso nel dibattito, è necessario un equilibrio tra interventi ingegneristici e la tutela di un territorio che vive e prospera grazie al fiume.
Prossimi passi
Il confronto continuerà con ulteriori tavoli di lavoro tra Regione, Autorità di Bacino e rappresentanti locali. L’obiettivo è garantire un processo partecipativo che porti alla realizzazione di interventi realmente utili e condivisi. Come ha ribadito Amirante:
“Il dialogo è il primo passo verso soluzioni sostenibili e innovative”.
L’incontro di Varmo ha dimostrato quanto il Tagliamento sia un tema cruciale per il Friuli-Venezia Giulia e quanto il coinvolgimento della cittadinanza sia essenziale per affrontare le sfide future.
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