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Giulia Cecchettin: la giustizia condanna Filippo Turetta all’ergastolo

La sentenza chiude il primo grado del processo sull’omicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto nel novembre 2023

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Ragazzo con coltello in mano - Giulia Cecchettin
Ragazzo con coltello in mano ( © Depositphotos)

Filippo Turetta è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio premeditato di Giulia Cecchettin. La Corte d’Assise di Venezia, dopo sei ore di camera di consiglio, ha emesso la sentenza al termine del processo di primo grado. Il presidente Stefano Manduzio ha dichiarato chiusa la fase dibattimentale in mattinata, giungendo poi al verdetto definitivo.

I fatti: dal delitto alla cattura in Germania

L’omicidio si è consumato l’11 novembre 2023, tra Vigonovo e Fossò, quando Turetta ha ucciso Giulia Cecchettin in un atto di violenza premeditata. Subito dopo il delitto, ha trasportato il corpo della giovane nella sua auto fino a Piancavallo, nei pressi del lago di Barcis, dove lo ha abbandonato. Turetta è poi fuggito all’estero, ma è stato arrestato in Germania una settimana più tardi, concludendo così una breve latitanza che ha sconvolto l’opinione pubblica.

La decisione della Corte: premeditazione confermata

La Corte ha riconosciuto la premeditazione nel crimine, escludendo però le aggravanti della crudeltà e degli atti persecutori. Non sono state concesse attenuanti generiche per l’imputato. Questa decisione segna una condanna pesante, che tuttavia non ha lasciato completamente soddisfatti i familiari della vittima.

Le parole del padre di Giulia: “Come società abbiamo perso tutti”

Gino Cecchettin, il padre di Giulia, ha accolto la sentenza con un misto di accettazione e amarezza. «La mia sensazione è che abbiamo perso tutti come società. Non sono né più sollevato né più triste rispetto a ieri o a domani», ha dichiarato. Per Cecchettin, la giustizia è stata fatta, ma il dolore rimane e richiama l’urgenza di prevenire la violenza di genere.

«Come essere umano mi sento sconfitto. Domani si riparte coi messaggi di sempre: mi dedicherò alla Fondazione e continueremo nel nostro percorso, cercando di salvare delle vite». Le sue parole testimoniano il peso di una tragedia che non si limita al singolo evento, ma rappresenta una sfida per tutta la società.

Risarcimenti alle parti civili: cifre record

Il giudice ha stabilito una cifra provvisionale di risarcimento per le parti civili: 500mila euro al padre Gino Cecchettin, 100mila euro ciascuno ai fratelli Elena e Davide, e altre somme minori alla nonna e allo zio. Questi importi rappresentano una parziale consolazione per i familiari, ma non potranno mai colmare il vuoto lasciato da Giulia.

Un caso simbolo della violenza di genere

L’omicidio di Giulia Cecchettin e il processo a Filippo Turetta richiamano l’attenzione su un fenomeno purtroppo diffuso: la violenza contro le donne. La tragedia ha aperto un dibattito profondo su prevenzione, educazione e consapevolezza sociale, evidenziando quanto sia necessario un impegno collettivo per affrontare questa piaga.

Il futuro: la Fondazione e la lotta alla violenza

La famiglia di Giulia continuerà il proprio impegno attraverso la Fondazione dedicata alla giovane, cercando di trasformare il dolore in un motore per il cambiamento. La loro missione è chiara: salvare vite attraverso la prevenzione e l’educazione.

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