Cronaca & Attualità
Neonazismo in FVG: coinvolti un 19enne di Pordenone e un triestino
Scoperta una cellula terroristica neonazista in Italia: coinvolti un 19enne di Pordenone e un 44enne triestino, indagati per terrorismo
La Polizia di Stato ha smantellato una cellula neonazista operativa su scala nazionale, denominata “Werwolf Division”, un nome che evoca il famigerato gruppo paramilitare nazista della Seconda Guerra Mondiale. Tra i coinvolti emergono due residenti del Friuli-Venezia Giulia: un giovane pordenonese di 19 anni e un triestino di 44 anni.
Terrorismo e propaganda suprematista
L’inchiesta, condotta dalle Procure di Bologna e Napoli, ha portato a 12 misure cautelari in carcere e a 25 perquisizioni in tutta Italia. Le accuse rivolte agli indagati includono associazione con finalità di terrorismo, propaganda razziale, detenzione di armi illegali, e istigazione all’odio etnico e religioso.
Secondo gli inquirenti, la cellula era già in fase operativa, con piani che prevedevano attentati terroristici, ispirati dalle tattiche dei cosiddetti “lupi solitari”.
Un gruppo estremo e organizzato
La “Werwolf Division”, successivamente rinominata “Divisione Nuova Alba”, seguiva ideologie suprematiste e neonaziste nella loro forma più estrema, compresa la negazione della Shoah e il progetto di instaurare uno Stato autoritario basato sulla razza ariana. I membri, di età compresa tra i 19 e i 76 anni, pianificavano azioni violente contro le istituzioni, con l’obiettivo di sovvertire l’ordinamento democratico.
Il giovane di Pordenone: un ruolo inaspettato
Tra gli indagati, un giovane di 19 anni residente a Pordenone, che utilizzava un cellulare intestato al padre per comunicare con gli altri membri del gruppo. L’aspetto inquietante è la sua età e apparente normalità, che contrastano con la gravità delle accuse mosse nei suoi confronti.
Triestino tra i principali sospettati
Un secondo indagato è un uomo di 44 anni di Trieste, con un ruolo ancora da chiarire all’interno della rete. La sua residenza in regione sottolinea come anche il Friuli-Venezia Giulia non sia immune dal radicamento di ideologie estremiste.
Operazione nazionale con il coordinamento dell’antiterrorismo
L’operazione è stata condotta sotto la supervisione della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, coinvolgendo le squadre Digos di diverse città italiane. Le perquisizioni hanno interessato località in tutta Italia, tra cui Bologna, Napoli, Milano, Palermo e, appunto, Pordenone e Trieste.
Con questa azione, le autorità italiane dimostrano una tolleranza zero verso il terrorismo interno, garantendo una risposta rapida e decisa a ogni tentativo di minare la sicurezza del Paese.
Un campanello d’allarme per la comunità
Il coinvolgimento di giovani e residenti locali in attività terroristiche pone domande inquietanti sul fenomeno della radicalizzazione. È fondamentale per le istituzioni e la società civile lavorare insieme per prevenire la diffusione di ideologie estremiste, puntando su educazione, inclusione sociale e monitoraggio delle reti digitali.
L’operazione rappresenta un duro colpo alla rete neonazista in Italia, ma evidenzia quanto sia necessario restare vigili per proteggere i valori democratici e la sicurezza dei cittadini.
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