Cronaca & Attualità
Scoperto un tesoro illecito d’arte: maxi-sequestro da 1,6 milioni di euro
Un maxi-sequestro di opere d’arte tra ricettazione e contraffazione: un caso che coinvolge beni per oltre 1,6 milioni di euro
Un’importante operazione di contrasto ai crimini contro il patrimonio culturale è stata portata a termine dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Udine. Il sequestro preventivo, disposto dal Gip del Tribunale di Brescia, ha portato alla confisca di 284 reperti artistici, tra cui dipinti, sculture, cornici di pregio e oggetti d’arredo, per un valore stimato complessivo di 1,6 milioni di euro.
Tra le opere recuperate figurano 26 dipinti rubati e cinque opere moderne contraffatte, attribuite inizialmente a grandi maestri come Mario Sironi, Michele Cascella e Renato Guttuso, poi dichiarate false dalle fondazioni che tutelano i nomi degli artisti. Un caso che mette in luce le ramificazioni del traffico illecito di opere d’arte in Italia, un fenomeno spesso collegato a furti, contraffazioni e difficoltà nel tracciamento della provenienza delle opere.
La scoperta di un dipinto “riciclato”
Le indagini hanno avuto inizio nel 2020, quando i Carabinieri hanno individuato sul web un dipinto del XVII secolo raffigurante Santa Caterina da Siena, messo in vendita da un privato residente nella provincia di Brescia. La comparazione con la Banca Dati dei Beni Culturali Illecitamente Sottratti, in uso esclusivo al comando Tpc, ha confermato che l’opera corrispondeva a un dipinto trafugato nel 2009 da un’abitazione privata in provincia di Perugia.
Un’analisi più approfondita ha però evidenziato modifiche all’opera, effettuate con l’obiettivo di rendere difficile il riconoscimento del dipinto originale, integrando così il reato di riciclaggio di opere d’arte.
Sospetti e perquisizioni: il tesoro nascosto
Il ritrovamento del dipinto ha portato i Carabinieri a perquisire l’abitazione di un 40enne bresciano, alla ricerca del quadro. Sebbene l’opera fosse già stata venduta, nella modesta casa di proprietà dei genitori del sospettato sono emerse decine di opere d’arte, molte delle quali apparentemente di grande valore.
Questa scoperta ha destato forti sospetti: i militari hanno quindi avviato un controllo meticoloso dei beni presenti, rilevando che 23 dipinti erano stati rubati tra il 1971 e il 2009. Gli oggetti trafugati provenivano da residenze nobiliari, abitazioni private e persino una fondazione bancaria del Milanese.
Restituzioni e riconoscimenti
Una volta identificati, i beni trafugati sono stati riconosciuti dai legittimi proprietari o dai loro eredi, ai quali sono stati restituiti formalmente. La restituzione di queste opere rappresenta non solo un atto di giustizia, ma anche un’importante vittoria nella tutela del patrimonio culturale italiano, spesso oggetto di traffici illeciti che ne compromettono la conservazione e il valore storico.
Falsi d’autore: quando l’arte inganna
Tra i beni sequestrati figuravano anche cinque opere di arte moderna, attribuite inizialmente a celebri maestri del Novecento. Le verifiche effettuate hanno però confermato che si trattava di contraffazioni, inclusi un’opera attribuita a Michele Cascella, due presunti dipinti di Mario Sironi e uno di Renato Guttuso.
Tra questi falsi spiccava un quadro di Sironi, il cui valore, se fosse stato autentico, sarebbe stato compreso tra 400 e 700 mila euro. Come previsto dalla normativa vigente, le opere contraffatte saranno distrutte, un destino riservato a tutte le falsificazioni per evitare che rientrino nel mercato illecito.
La sproporzione tra beni e reddito
Un elemento centrale dell’indagine è stato il principio della sproporzione: i due indagati, padre e figlio, non erano in grado di giustificare il possesso di beni così preziosi rispetto al loro reddito e al loro stile di vita. La mancanza di documenti che ne attestassero la provenienza lecita ha portato alla confisca di ulteriori opere per un valore complessivo di 1,6 milioni di euro.
Un inventario impressionante
L’elenco dei beni sequestrati è vasto e comprende 127 dipinti di arte antica e moderna, 15 cornici lavorate di pregio, 8 orologi antichi, specchiere, statue, vasellame e persino stemmi araldici. Le indagini hanno anche permesso di identificare altri tre beni d’arte rubati, tra cui un mobile d’epoca e due dipinti, sottratti tra il Veneto e il Piemonte negli anni ‘90.
Le operazioni di sequestro, effettuate in collaborazione con un restauratore e un antiquario nominato dalla polizia giudiziaria, hanno garantito la catalogazione e la conservazione dei beni in vista delle successive fasi processuali.
Un caso emblematico per la tutela del patrimonio culturale
Le responsabilità dei due indagati saranno accertate in sede processuale, ma l’operazione evidenzia l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare i traffici illeciti che minacciano il patrimonio artistico italiano. Recuperare opere rubate o contraffatte significa non solo restituirle ai legittimi proprietari, ma anche preservare il valore culturale e storico di un patrimonio che appartiene a tutti.
Grazie a questa indagine, beni preziosi che rischiavano di essere dimenticati o distrutti torneranno a raccontare la loro storia.
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