Cronaca & Attualità
Vitalizi in FVG: spesa da 8 milioni, cresce il costo per gli ex consiglieri
Nonostante l’abolizione del 2012, i costi dei vitalizi in Friuli-Venezia Giulia continuano a crescere: oltre 8 milioni previsti per il 2025.
Il bilancio di previsione triennale 2025-2027 del Consiglio Regionale del Friuli-Venezia Giulia prevede una spesa complessiva di 23,5 milioni di euro per il 2025, di cui ben 8,2 milioni destinati ai vitalizi degli ex consiglieri regionali. Questo dato, comunicato dal consigliere regionale Simone Polesello della lista Fedriga Presidente, mette in luce una voce di spesa che continua a crescere nonostante l’abolizione dei vitalizi avvenuta nel 2012.
Polesello ha precisato che questa spesa è aumentata di 240 mila euro rispetto all’anno precedente a causa di due fattori principali: un adeguamento all’inflazione del 2% e l’entrata in godimento del vitalizio per tre nuovi ex consiglieri.
Perché i costi continuano ad aumentare?
L’incremento dei costi per i vitalizi suscita interrogativi e polemiche. Sebbene il numero dei beneficiari stia calando per ragioni fisiologiche, il totale della spesa è in costante aumento. Nel 2023, erano 129 ex consiglieri regionali a ricevere l’assegno mensile, a cui si aggiungono 57 eredi di consiglieri deceduti, per un totale di 186 beneficiari. Tra questi, alcuni percepiscono anche il vitalizio in qualità di ex assessori, come nel caso di Roberto Antonaz, Gianfranco Moretton e Lodovico Sonego.
Nel 2014, i beneficiari erano 213 tra ex consiglieri ed eredi. Nonostante questa riduzione nel numero dei percettori, la spesa è passata dai 7 milioni di euro del 2019 agli attuali 8,2 milioni previsti per il 2025. Questo aumento solleva dubbi legittimi: se il numero dei destinatari cala, perché la spesa continua a crescere?
Le posizioni dei consiglieri regionali
Il bilancio è stato approvato da 31 consiglieri regionali, mentre tre membri si sono astenuti: Serena Pellegrino (Avs), Rosaria Capozzi (M5S) e Furio Honsell (Open Sinistra Fvg). Quest’ultimo, contattato telefonicamente, ha dichiarato che i vitalizi sono in fase di esaurimento e non rappresentano la voce di spesa più alta del bilancio regionale. Tuttavia, Honsell ha sottolineato che i diritti acquisiti non possono essere eliminati tramite una semplice legge regionale.
Serena Pellegrino e Rosaria Capozzi hanno invece manifestato preoccupazione per l’aumento dei vitalizi, soprattutto in un contesto in cui l’inflazione erode i salari dei lavoratori comuni e le spese pubbliche necessitano di un controllo più rigoroso.
Abolizione dei vitalizi: un nodo ancora irrisolto
I vitalizi sono stati ufficialmente aboliti con la legge finanziaria approvata il 20 dicembre 2011, ma questa abolizione ha riguardato solo i nuovi eletti. Chi aveva maturato il diritto prima di questa data continua a percepire l’assegno. Nel 2019, una riforma ha introdotto il calcolo dei vitalizi con metodo contributivo anziché retributivo, generando un risparmio stimato tra i 700 e gli 800 mila euro annui. Nonostante questa misura, la spesa continua a crescere, portando a una situazione paradossale in cui i risparmi non si traducono in una riduzione effettiva dei costi complessivi.
Una spesa difficile da ridurre
I vitalizi rappresentano una spesa che divide l’opinione pubblica e la classe politica. In un contesto economico dove il costo della vita aumenta e i salari reali rimangono stagnanti, la crescita dei vitalizi appare come un’ingiustizia sociale agli occhi di molti cittadini. La proposta di Rosaria Capozzi di introdurre un tetto agli aumenti dei vitalizi non è stata ancora approvata, lasciando aperto un dibattito su come controllare questa voce di spesa in futuro.
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