Trieste
Natale serbo-ortodosso a Trieste: fede, storia e tradizione
La comunità serbo-ortodossa di Trieste e del Friuli-Venezia Giulia celebra il Natale secondo il calendario giuliano, tra riti antichi e tradizioni secolari
TRIESTE – Questa mattina, al risveglio, i fedeli di Trieste e del Friuli-Venezia Giulia di religione serbo-ortodossa si sono scambiati l’antico augurio di “Hristos se rodi!” (è nato Cristo), ricevendo in risposta “vaistinu se rodi!” (è nato per davvero). È in questo modo che prende il via la celebrazione del Natale, fissata al 7 gennaio secondo l’antico calendario giuliano. In un momento in cui gran parte del mondo cattolico e protestante ha già riposto le decorazioni natalizie, i credenti ortodossi di tradizione serba e russa rinnovano le loro usanze e il senso più profondo di questa festa.
Due calendari, una sola fede
Ma perché questa differenza temporale? Le chiese ortodosse orientali che aderiscono alla tradizione russa e serba, seguono ancora il calendario giuliano, il quale presenta un ritardo di 13 giorni rispetto al calendario gregoriano. Proprio per questo motivo, la data che nel calendario gregoriano corrisponde al 25 dicembre, per i fedeli ortodossi cade il 7 gennaio. Altre chiese, come quelle di tradizione greca o alcune di recente costituzione in Ucraina, hanno invece scelto di adottare il calendario gregoriano, allineandosi così alle chiese cattoliche e protestanti.
L’antica cerimonia del Badnjak
In Serbia, uno dei momenti più suggestivi della vigilia di Natale, chiamata “Badnji Dan”, è la cerimonia del Badnjak. Secondo l’usanza, le famiglie raccolgono rami o tronchi di quercia, l’albero sotto il quale, secondo la tradizione, i pastori avrebbero ricevuto l’annuncio della nascita di Gesù. Il tronco viene poi bruciato, ed è tradizione che un maschio della famiglia getti nel fuoco ciò che resta del Badnjak, esprimendo un desiderio per ogni scintilla che si sprigiona dal legno.
Paglia e quercia per un rito di luce
Un elemento visivo che cattura da sempre l’attenzione dei presenti è la paglia posata sul pavimento della chiesa o della casa, a simboleggiare la stalla in cui nacque Gesù. Mentre il fuoco della quercia ravviva l’ambiente, si rinnova il ricordo della luce che ha accompagnato la Natività. Lo spirito di famiglia risplende in questo contesto: bambini e adulti partecipano attivamente alla cerimonia, sottolineando il valore educativo di tali rituali, tramandati di generazione in generazione.
La torta ‘česnica’ e la moneta portafortuna
Dopo aver assistito al rito del Badnjak, si passa alla festa a tavola. Qui, la torta ‘česnica’ diventa protagonista: preparata con ingredienti semplici, contiene una moneta nascosta. La tradizione vuole che chi la trovi nella propria fetta, godrà di un buon anno e di particolari benedizioni. Il momento della condivisione del cibo assume così un valore sacro e profondamente comunitario.
La celebrazione a Trieste e in FVG
A Trieste, la Messa del Natale ortodosso si è tenuta alle 10 presso la chiesa di San Spiridione Taumaturgo, guidata dal parroco, proto presbitero-stavroforo Raško Radović. La chiesa, progettata dall’architetto Carlo Maciachini (lo stesso che disegnò il Cimitero Monumentale di Milano), è un centro di riferimento per la comunità serbo-ortodossa e uno dei luoghi di culto più affascinanti della città. Nel pomeriggio, alle 18, la cerimonia prosegue con il Vespro, concludendo di fatto la giornata festiva e di raccoglimento.
Una ricchezza culturale da custodire
La celebrazione del Natale serbo-ortodosso in Friuli-Venezia Giulia rappresenta un esempio vivido di come la regione sia un crocevia di culture e tradizioni. Trieste, in particolare, conserva una profonda storia di pluralismo religioso: per questo, il 7 gennaio è un giorno caro non solo alla comunità ortodossa, ma a tutti i cittadini che riconoscono il valore di coltivare e preservare la diversità culturale.
L’augurio di “Hristos se rodi!” risuona dunque come un invito a condividere un momento di pace, spiritualità e gioia autentica, ricordando che, nonostante la differenza di date, il senso più vero del Natale risiede nella solidarietà e nel rispetto reciproco.
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