Regione FVG
Tarcento celebra il Pignarul: legame fra terra e cielo
La secolare tradizione del Pignarul illumina Tarcento, unendo la comunità nel segno della condivisione e della cultura contadina
Il Pignarul è uno dei simboli più amati in Friuli-Venezia Giulia, un fuoco propiziatorio che in occasione dell’Epifania illumina la notte e scalda i cuori. A Tarcento, in località Coia, prende vita il Pignarul Grant, il più imponente tra i numerosi falò che punteggiano la regione in questi giorni di festa. La tradizione affonda le proprie radici nella cultura contadina, segnata dal ritmo delle stagioni e dalle fasi lunari. Ogni anno, la comunità si ritrova attorno a queste grandi pire per vivere un momento di condivisione, di preghiera e di speranza, guardando al futuro con lo sguardo rivolto alla natura.
Un’eredità contadina da non dimenticare
Secondo il vicegovernatore del Friuli-Venezia Giulia, Mario Anzil, il fascino di questa celebrazione risiede proprio nella sua origine contadina, in quel contatto speciale con la terra e con i cicli naturali. «L’aspetto straordinario di questa tradizione – spiega Anzil – è che esiste un legame labile con il mondo contadino, a cui tutti apparteniamo. Non dobbiamo rescindere questo legame, ma conservarlo».
La notte dell’Epifania, grazie al bagliore del falò, la gente di Tarcento e dei paesi vicini ritrova il sapore di un tempo che scorre più lentamente. Ci si riconnette con antiche usanze e, attraverso il gesto simbolico dell’accensione del fuoco, si rinnova il rispetto per la madre terra e per i suoi frutti.
L’omaggio a Tarcento e ai suoi volontari
Nonostante le previsioni meteo incerte, il Pignarul Grant di Coia si è svolto con grande successo, grazie allo sforzo di tanti volontari e appassionati locali. Il vicegovernatore Anzil ha voluto dedicare un ringraziamento speciale a chi lavora dietro le quinte per rendere possibile la tradizione: «Complimenti a tutti quelli che hanno permesso la realizzazione di una meravigliosa serata nella Perla del Friuli, che ha superato anche le condizioni meteo non favorevoli».
Il richiamo di Tarcento come “Perla del Friuli” non è casuale: questa località, incastonata tra le colline e i monti della regione, offre scenari di straordinaria bellezza naturale. Gli sforzi dei volontari, uniti alla partecipazione della comunità, trasformano ogni anno il Pignarul in uno spettacolo unico, che affascina tanto i turisti quanto i residenti.
Le suggestive parole del Venerando
Durante la cerimonia, ampio spazio è stato riservato al cosiddetto Venerando, figura carismatica che pronuncia un discorso augurale e di saggezza. Come sottolinea Anzil, le parole del Venerando invitano tutti a conservare e valorizzare ciò che già si possiede: «Che sia un insegnamento per tutti – ha commentato il vicegovernatore – dobbiamo guardare al passato, da dove veniamo, e con questa consapevolezza guardare al futuro e impegnarci ogni giorno ad aiutare gli altri. Siamo oltremodo grati per questo messaggio di saggezza».
Il Venerando rappresenta quindi una sorta di guida spirituale, che ricorda l’importanza delle tradizioni e della solidarietà. Proprio attraverso queste celebrazioni, la comunità di Tarcento ritrova l’unità e il desiderio di prendersi cura di ciò che conta davvero: la cultura locale, i valori di prossimità e l’ambiente che ci circonda.
Lo slancio verso il futuro
Se da un lato il Pignarul si nutre di memorie passate, dall’altro è uno slancio verso il futuro. Il falò, simbolo di luce e purificazione, ci parla del bisogno di rinnovarsi costantemente. Il messaggio che emerge dalle parole del Venerando e dalla presenza delle autorità regionali è chiaro: i riti ancestrali non devono rimanere nella sfera del folklore fine a se stesso, ma farsi portavoce di un’identità collettiva solida e in costante evoluzione.
In un mondo che viaggia veloce, ricordare la ciclicità della natura può aiutare a ritrovare un equilibrio autentico, che rispetti il passato e tracci nuove vie per il domani. Nel Pignarul si concentrano così storia, passione, volontà di stare insieme e speranza: un fuoco che brucia non solo legna, ma anche timori e incertezze, lasciando spazio a un nuovo inizio per tutta la comunità
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