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Barbero e Pordenone: curiosità storiche sulla navigazione medievale

Dal Medioevo ai giorni nostri, Alessandro Barbero spiega come si navigava controcorrente e il significato storico di Pordenone

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Lo storico Alessandro Barbero
Lo storico Alessandro Barbero ( © Archivio Fotogramma)

Nel nuovo episodio del podcast di Alessandro Barbero, Stefano da Pordenone pone una domanda che intreccia storia, geografia e curiosità locali: “Come facevano le barche a risalire i fiumi controcorrente nel Medioevo?” La risposta del celebre storico, noto per il suo stile coinvolgente e la sua capacità di trasportare il pubblico in epoche lontane, non solo illumina aspetti poco noti della navigazione fluviale, ma svela anche l’origine del nome della città friulana.

Le origini fluviali di Pordenone

Barbero inizia la sua risposta spiegando che Pordenone deve il suo nome e la sua esistenza al fiume Noncello, che attraversa la città. Il termine “Pordenone” significa infatti “porto sul None”, sottolineando le radici portuali e fluviali del territorio.

“Nasce un’intera città su questo fiume,” dice lo storico, evidenziando come nel Medioevo la rete di fiumi, canali e porti in Italia fosse straordinariamente ramificata, soprattutto nel bacino del Po. Queste vie d’acqua non servivano solo per il commercio, ma anche per il trasporto di passeggeri, costituendo un sistema economico cruciale.

Navigare controcorrente: una sfida ingegnosa

Come risalivano i fiumi senza motore? Barbero descrive le strategie utilizzate:

  • Conoscenza delle correnti: Ogni fiume ha aree in cui la corrente è meno forte, e i marinai le sfruttavano per facilitare la navigazione.
  • Remi e bastoni: Strumenti essenziali per spingere e manovrare le barche.
  • Traino da terra: Le imbarcazioni venivano trascinate lungo le rive utilizzando funi. Qui entra in gioco il termine “alzaia“, che indicava originariamente la fune stessa e poi la strada lungo l’argine destinata a questa operazione.

Queste tecniche richiedevano un’abilità straordinaria e una conoscenza profonda del territorio, spiega il professore, arricchendo la narrazione con dettagli storici affascinanti.

Un lavoro faticoso: dai battellieri del Volga ai fiumi italiani

Barbero sottolinea che questo tipo di lavoro è rimasto una realtà fino al XX secolo in Russia, dove i “battellieri del Volga” trainavano chiatte controcorrente. Questa figura è immortalata in arte e musica, come nel celebre quadro di Ilja Repin e nella canzone popolare “Il canto dei battellieri del Volga”. Anche nel Medioevo europeo, esistevano corporazioni di lavoratori specializzati in queste attività.

L’evoluzione della navigazione: dai fiumi ai canali

Con l’Età moderna, il trasporto fluviale evolve. Barbero cita come i paesi industrializzati, tra cui Inghilterra e Francia, abbiano sviluppato reti di canali navigabili, spesso utilizzando cavalli per trainare le chiatte. Questo progresso tecnologico trasformò il trasporto via acqua, rendendolo più efficiente e strutturato.

Il fascino del “Barberismo”

La popolarità di Alessandro Barbero non accenna a diminuire: il termine “Barberismo” è stato recentemente incluso nel “Libro dell’anno 2024” di Treccani per descrivere l’entusiasmo che le sue conferenze suscitano tra i fan. Non è difficile capire il perché: con la sua capacità di rendere vivi temi complessi e lontani, Barbero continua a conquistare un pubblico sempre più vasto, anche grazie a domande come quella di Stefano da Pordenone.

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