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Direttiva Piantedosi: perché le “zone rosse” a Trieste sollevano dubbi

La direttiva Piantedosi apre il dibattito sulle zone rosse: prevenzione efficace o mossa per amplificare paure?

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Roberto Dipiazza e Matteo Piantedosi
Roberto Dipiazza e Matteo Piantedosi

La proposta di istituire le zone rosse in alcune città del Friuli-Venezia Giulia sta generando un acceso dibattito. Pur apprezzando il potenziamento dello sforzo delle forze dell’ordine contro la microcriminalità e lo spaccio, emergono perplessità sull’effettiva utilità di questa misura, voluta dalla direttiva del Ministro Piantedosi.

Il commento di Furio Honsell

Furio Honsell, consigliere regionale di Open Sinistra Fvg, si mostra critico rispetto alla nuova direttiva. Secondo lui, l’introduzione delle zone rosse rischia di concentrare l’attenzione su aree specifiche, spostando però il crimine e lo spaccio in zone più periferiche. Inoltre, sottolinea che comportamenti aggressivi e molesti avrebbero dovuto essere già sanzionabili, senza l’esigenza di un nuovo dispositivo di legge.

Perplessità e possibili controindicazioni

Honsell avverte che annunciare in anticipo dove verranno effettuati controlli più serrati può incentivare i malintenzionati a spostarsi in altri quartieri, generando un semplice effetto domino. Desta preoccupazione anche il concetto di persone “precedentemente segnalate all’autorità giudiziaria”, ritenuto generico e soggetto a potenziali abusi.

Il ruolo delle forze dell’ordine

Nonostante l’impegno delle forze dell’ordine sia considerato imprescindibile, secondo Honsell bisognerebbe fornire più risorse e organici per un contrasto realmente efficace alla microcriminalità. L’aumento di uomini e mezzi, unito a un’azione costante sul territorio, sarebbe a suo avviso ben più incisivo di una misura che rischia di apparire come un’operazione meramente mediatica.

Garantire la sicurezza oltre l’apparenza

La direttiva Piantedosi è vista da Honsell come un modo per rassicurare l’opinione pubblica più che per risolvere effettivamente il problema. “Ben diverso sarebbe stato l’annuncio di un reale incremento di organici e risorse materiali per le forze dell’ordine”, conclude il consigliere di Open Sinistra Fvg, sottolineando la necessità di un impegno incisivo sul piano pratico, piuttosto che di provvedimenti a effetto mediatico.

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