Trieste
Quattro anni di battaglie legali: assolti due pakistani a Trieste
Assolti due cittadini pakistani dopo quattro anni di battaglie legali: avevano trasportato due minorenni migranti
Si è conclusa con un’assoluzione la complessa vicenda giudiziaria di due cittadini pakistani, di 27 e 35 anni, accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per aver trasportato in auto due minorenni migranti irregolari. Dopo quattro anni di processi e quattordici mesi trascorsi in carcere, la Corte d’Appello di Trieste ha riconosciuto la loro innocenza, ponendo fine a un calvario legale iniziato nel settembre del 2020.
I fatti: un controllo di routine che ha cambiato tutto
I fatti risalgono al settembre 2020, quando i due pakistani, entrambi richiedenti protezione internazionale, sono stati fermati dalla polizia di Stato nei pressi di piazza Venezia a Trieste. Il controllo è avvenuto dopo che i due avevano cambiato improvvisamente direzione di marcia, insospettendo gli agenti. A bordo dell’auto erano presenti due minorenni senza documenti, che dichiararono di provenire dalla Bosnia e di aver attraversato Slovenia e Croazia prima di arrivare in Italia.
Le accuse e il primo processo
Arrestati con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, i due uomini hanno scelto il rito abbreviato, che nel marzo 2021 ha portato a una condanna a un anno e quattro mesi di reclusione. La sentenza si basava principalmente sulle dichiarazioni dei due minori, ritenute successivamente inattendibili e mal trascritte dalla difesa.
Il ruolo della difesa: una battaglia per la verità
Gli avvocati Matteo Pastore ed Ernesta Blasetti hanno impugnato la sentenza, sottolineando l’assenza di prove concrete che collegassero i loro assistiti a una rete criminale. Secondo la difesa, il 27enne avrebbe cercato di eludere il controllo semplicemente perché privo di patente, non per nascondere attività illecite. Inoltre, non è emerso alcun collegamento tra i cellulari sequestrati e presunti trafficanti di esseri umani.
L’assoluzione finale: giustizia dopo anni di attesa
Dopo una lunga serie di ricorsi, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza nel 2023, ordinando un nuovo processo. La Corte d’Appello di Trieste, presieduta dal giudice Vernì, ha infine assolto entrambi gli imputati il 22 gennaio 2024, riconoscendo la totale assenza di elementi che provassero la loro partecipazione a un’associazione criminale.
Le parole della difesa: soddisfazione e amarezza
L’avvocato Matteo Pastore ha espresso soddisfazione per l’esito del processo, sottolineando la corretta applicazione dei principi di diritto. Tuttavia, resta l’amarezza per i quattordici mesi di carcere scontati ingiustamente dai due uomini, vittime di una macchina giudiziaria che ha impiegato troppo tempo per riconoscere la verità.
Riflessioni finali: i tempi della giustizia e i diritti dei cittadini
Questa vicenda solleva interrogativi sulla lentezza della giustizia italiana e sulla necessità di garantire processi più rapidi ed equi, specialmente quando in gioco ci sono la libertà personale e la dignità umana. Una storia che, pur con un lieto fine, lascia aperte molte riflessioni sul funzionamento del sistema giudiziario
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