Cronaca & Attualità
Processo per gli scontri No Green Pass a Trieste: quattro rinviati a giudizio
Quattro manifestanti No Green Pass dovranno affrontare il processo per gli scontri con la polizia avvenuti a Trieste nel 2021.
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L’udienza preliminare per gli scontri avvenuti il 6 novembre 2021 tra manifestanti No Green Pass e forze dell’ordine a Trieste si è conclusa con quattro rinvii a giudizio. Il Giudice per l’Udienza Preliminare (Gup) Luigi Dainotti ha deciso che gli imputati dovranno comparire davanti al tribunale il 4 aprile. Un quinto indagato ha invece optato per l’oblazione, evitando così il processo attraverso il pagamento di una somma stabilita.
Il contesto della protesta
La vicenda risale al periodo delle manifestazioni contro il Green Pass, che avevano infiammato molte città italiane. A Trieste, il corteo si era radunato in piazza della Borsa, con l’intento di dirigersi verso piazza Unità d’Italia, allora vietata ai manifestanti. Le forze dell’ordine, in assetto antisommossa, avevano bloccato l’accesso, generando momenti di tensione sfociati in scontri diretti con la polizia.
Le accuse ai manifestanti
Le imputazioni mosse nei confronti dei manifestanti sono resistenza a pubblico ufficiale, oltraggio e inosservanza delle misure di sicurezza. Le posizioni dei quattro imputati sono così delineate:
- R.M. è accusato di aver lanciato oggetti e aggredito un agente della Digos.
- M.N. avrebbe colpito un poliziotto con calci e pugni.
- J.H., in qualità di coorganizzatrice, non avrebbe predisposto misure di sicurezza adeguate per il corteo.
- Darko Jermanis, noto per il suo attivismo, è imputato per oltraggio a pubblico ufficiale.
L’ultimo dei cinque imputati, G.N., ha scelto l’oblazione, chiudendo così la propria posizione legale senza dover affrontare il processo.
Le dichiarazioni della difesa
L’avvocato Pierumberto Starace, difensore di tre degli imputati, ha espresso perplessità sulla decisione del giudice, sostenendo che almeno uno o due dei suoi assistiti avrebbero dovuto essere prosciolti. Ha inoltre sottolineato come alcuni agenti della Digos fossero in abiti civili e non si fossero qualificati, il che avrebbe contribuito all’escalation dello scontro.
Prossimi passi: il processo di aprile
Il dibattimento inizierà il 4 aprile, e per i reati contestati le pene previste possono arrivare fino a cinque anni di reclusione. La difesa punterà a dimostrare che le reazioni degli imputati siano state provocate dal comportamento delle forze dell’ordine. Resta da vedere quale sarà l’esito del procedimento.
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