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Due aggressioni in 24 ore: cinque agenti feriti nel carcere di Udine

Due episodi di violenza in 24 ore nel carcere di Udine: cinque agenti feriti e un clima sempre più teso tra le mura della struttura

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Detenuto in carcere - Carcere di Udine
Detenuto in carcere ( © Depositphotos)

Due episodi di violenza in meno di 24 ore all’interno del carcere di Udine hanno portato al ferimento di cinque agenti penitenziari. Il sindacato della Polizia Penitenziaria Sappe denuncia la situazione, sottolineando il problema del sovraffollamento e della carenza di personale.

Lunedì 24 febbraio: la prima aggressione

Il primo episodio si è verificato lunedì 24 febbraio, quando un detenuto afghano con problemi di tossicodipendenza ha dato in escandescenze dopo che gli erano stati rifiutati dei farmaci. Per protesta, ha ingerito delle pile ed era in procinto di essere trasportato in ospedale quando ha aggredito gli agenti appena fuori dalla sua cella.

L’uomo ha colpito con calci e pugni i tre agenti incaricati della sua scorta, arrivando persino a stringere per il collo uno di loro. Solo l’intervento di altri operatori ha permesso di fermarlo. I tre poliziotti penitenziari sono stati trasportati all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, dove hanno ricevuto prognosi di 5, 10 e 12 giorni.

Martedì 25 febbraio: nuovo episodio di violenza

Nemmeno 24 ore dopo, martedì 25 febbraio, un altro detenuto, questa volta di origine magrebina, ha danneggiato gravemente la sua cella, distruggendo mobili e sanitari. Successivamente ha aggredito un assistente capo della Polizia Penitenziaria, minacciando anche gli altri operatori intervenuti.

Il tentativo del medico di calmare il detenuto si è rivelato inutile. Dopo l’intervento del 112, l’uomo è stato accompagnato all’ospedale per accertamenti. Tuttavia, durante il colloquio con il primario di psichiatria, ha richiesto la sua scarcerazione immediata o un trasferimento. Di fronte al rifiuto, ha avuto una nuova crisi di violenza, scagliandosi contro due agenti della Polizia Penitenziaria. La prognosi per i due operatori è stata rispettivamente di 7 e 10 giorni.

Il Sappe lancia l’allarme: “Situazione fuori controllo”

Di fronte a questi episodi, Massimo Russo, delegato nazionale del Sappe per il Friuli-Venezia Giulia, ha denunciato la situazione ormai ingestibile del carcere di Udine. “Le aggressioni ai danni degli agenti sono all’ordine del giorno”, ha dichiarato Russo, sottolineando come la presenza di detenuti aggressivi e con disturbi psichiatrici renda il lavoro della Polizia Penitenziaria estremamente pericoloso.

“Il sovraffollamento carcerario aumenta i rischi per gli agenti”, ha aggiunto Russo, evidenziando come i sette nuovi agenti recentemente assegnati non siano sufficienti a colmare la grave carenza di personale.

Una richiesta di intervento immediato

Il Sappe chiede un intervento urgente da parte della politica, per garantire maggiore sicurezza agli operatori penitenziari e migliorare la gestione dei detenuti con problemi psichiatrici.

La situazione nelle carceri italiane continua a essere critica, con episodi di violenza che si susseguono e un personale sempre più sotto pressione. L’episodio di Udine non è un caso isolato, ma un segnale di un problema sistemico che necessita di soluzioni concrete e immediate.

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