Economia & Lavoro
Porto di Trieste: Budapest spinge per accelerare le autorizzazioni
Budapest sollecita Roma: ancora ferme le autorizzazioni ambientali per il maxi terminal multipurpose al porto delle Noghere di Trieste

Il progetto del terminal multipurpose delle Noghere è diventato terreno di pressing diplomatico tra Ungheria e Italia. Budapest infatti sollecita il governo Meloni a sbloccare al più presto le autorizzazioni ambientali, passaggio fondamentale per avviare la costruzione vera e propria dell’area terminalistica da 32 ettari, un investimento privato che supera i 200 milioni di euro. La società pubblica magiara Adria Port è pronta a partire, ma la mancanza del via libera rischia di rallentare l’intera operazione.
Salvini e Szijjártó: confronto a Roma
La scorsa settimana il tema del porto triestino è stato al centro di un incontro romano tra il ministro italiano delle Infrastrutture, Matteo Salvini, e il ministro degli Affari Esteri e del Commercio ungherese, Péter Szijjártó. Quest’ultimo ha confermato che la banchina, già oggetto di lavori finanziati con risorse Pnrr per circa 50 milioni di euro, entrerà in funzione entro due anni. Una notizia positiva, ma che non risolve il nodo delle autorizzazioni ancora pendenti per la parte terminalistica.
L’importanza strategica del porto triestino
Per l’Ungheria, il porto di Trieste riveste un’importanza strategica cruciale. Szijjártó ha evidenziato come una parte significativa delle esportazioni ungheresi verso l’Estremo Oriente passi principalmente via mare. Avere un proprio terminal a Trieste significherebbe, per le aziende magiare, un notevole miglioramento in termini di flessibilità e rapidità nelle operazioni logistiche e di trasporto, aprendo nuove prospettive commerciali e competitive.
Stato avanzato dei lavori del Pnrr
I lavori relativi alla realizzazione della banchina e al dragaggio del canale, finanziati con fondi Pnrr, sono ufficialmente iniziati il 20 febbraio scorso. Budapest ha accolto positivamente la notizia, sottolineando che al finanziamento attuale seguirà un ulteriore sostegno economico nel prossimo anno. Tuttavia, la fase successiva – quella che riguarda direttamente la società Adria Port e che prevede l’edificazione del terminal multipurpose – resta ferma in attesa del nulla osta ambientale.
Le prossime mosse diplomatiche
Il pressing diplomatico ungherese non sembra destinato a fermarsi. Secondo quanto riferito dal sito magiaro hvg.hu, il governo di Viktor Orbán sarebbe intenzionato a mantenere alta l’attenzione sul progetto triestino, considerato vitale per l’espansione economica del paese. Da parte italiana, la questione rappresenta una sfida per il governo Meloni, chiamato a velocizzare gli iter burocratici per non perdere un’opportunità strategica nel cuore dell’Europa.
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