Pordenone
Porcia commemora le vittime del Covid: la memoria come guida
A Porcia autorità e studenti insieme per commemorare le vittime del Covid-19 e riflettere sugli insegnamenti della pandemia

Si è svolta oggi, 18 marzo, di fronte al municipio di Porcia, la commemorazione della Giornata nazionale per le vittime della pandemia da Covid-19. Un momento sentito e partecipato dalla cittadinanza e che ha visto riunirsi autorità locali, guidate dal sindaco Marco Sartini, e diversi studenti della scuola media “Zanella”. Una cerimonia sobria, che ha voluto rinnovare il dolore e il rispetto per le oltre 6 mila vittime registrate in Friuli-Venezia Giulia.
Le parole dell’assessore Riccardi: memoria e futuro
Durante la cerimonia, particolarmente significativo è stato l’intervento dell’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi, che ha sottolineato quanto sia essenziale conservare la memoria di quanto accaduto: «Non possiamo permetterci di dimenticare la pandemia. Non si costruisce il futuro senza avere memoria del passato», ha affermato Riccardi. Un richiamo a riflettere sugli errori del passato per affrontare con maggiore consapevolezza le sfide future.
Libertà e responsabilità come insegnamenti principali
L’assessore Riccardi si è rivolto direttamente agli studenti presenti, evidenziando come tra le lezioni più importanti che il Covid-19 ha lasciato ci siano la libertà e la responsabilità. «La libertà è il valore più importante che abbiamo, non è scontato e va difeso ogni giorno. Dove finisce la mia libertà, comincia quella di un altro», ha ricordato Riccardi, sottolineando che gli egoismi rappresentano un ostacolo nel superare momenti difficili e tragedie come quella appena vissuta.
Riflessione sulla fragilità del sistema sanitario
Un passaggio importante del discorso ha riguardato la gestione sanitaria dell’emergenza. L’assessore ha definito il sistema sanitario regionale «molto fragile e concentrato in pochi punti», evidenziando l’importanza di un potenziamento territoriale della sanità. «Stiamo lavorando per rendere il sistema sanitario più efficace e pronto ad affrontare nuove emergenze e bisogni», ha ribadito Riccardi, sottolineando che durante la pandemia «la scienza e la ricerca hanno rappresentato la via principale per salvare vite umane».
La lezione della pandemia: no alle delocalizzazioni selvagge
Una critica forte è stata rivolta ai processi di delocalizzazione di produzioni essenziali come mascherine e ventilatori, che hanno reso alcuni Paesi, Italia compresa, impreparati nelle prime fasi dell’emergenza pandemica. «Abbiamo capito che la delocalizzazione basata esclusivamente sul profitto ha rappresentato un grave errore», ha affermato l’assessore. L’invito, chiaro, è quello di non ripetere gli stessi sbagli, investendo invece in produzioni strategiche locali per garantire la sicurezza sanitaria.
Trasformare l’esperienza in patrimonio comune
Nelle sue conclusioni, Riccardi ha espresso l’auspicio che l’eredità della pandemia diventi patrimonio comune e guida per un futuro migliore: «Non dimentichiamo quanto è stato fatto e quanto ancora c’è da fare. La memoria è il nostro faro per costruire un futuro migliore, mettendo al centro salute e solidarietà». Una visione che impegna l’intera comunità a guardare avanti con la responsabilità del ricordo.
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