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Pensione INPS bloccata per 10 mesi: il caso di un 66enne di Pordenone

Dopo dieci mesi di attesa, un pordenonese 66enne ottiene finalmente la pensione INPS grazie all’intervento dell’Adoc

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Portale Inps
Portale Inps ( © Depositphotos)

Dieci mesi di attesa, informazioni contraddittorie e continui rimpalli tra uffici. Questa la disavventura vissuta da un 66enne di Pordenone, che ha dovuto combattere per ottenere la pensione INPS, un diritto maturato con oltre 41 anni di lavoro. L’uomo, che ha lasciato il proprio impiego il 26 febbraio 2023, avrebbe dovuto ricevere il primo cedolino dal 1° giugno 2024, ma l’INPS ha tardato a erogare quanto spettante.

Dopo cinque mesi senza alcuna comunicazione, ha iniziato a contattare ripetutamente gli uffici, ricevendo però versioni discordanti e nessuna soluzione concreta. Solo grazie all’intervento dell’Adoc, l’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori, è riuscito a sbloccare la situazione.

Un rimpallo tra uffici che ha aggravato la situazione

Secondo quanto riportato dall’Adoc, l’uomo è stato vittima di un vero e proprio scaricabarile burocratico. Gli uffici INPS di Roma, Treviso e Pordenone si sono rimbalzati la pratica, senza che nessuno prendesse una decisione risolutiva. Ogni sede, infatti, si rifiutava di intervenire su pratiche originate in un’altra città, lasciando il 66enne senza risposte.

Gli sportelli INPS locali non lavorano le pratiche di altre sedi, costringendo l’uomo a recarsi fisicamente negli uffici per cercare una soluzione. Tuttavia, anche i funzionari addetti all’assistenza fornivano risposte contrastanti, alimentando l’incertezza e la frustrazione del pensionato.

Il colpo di grazia: mesi senza reddito e senza rimborsi sanitari

L’attesa di dieci mesi ha avuto conseguenze pesanti per il 66enne. Oltre a non ricevere la pensione, l’uomo non poteva accedere ai rimborsi sanitari della propria Cassa previdenziale privata, poiché per la reiscrizione era necessario presentare il cedolino INPS. Inoltre, la liquidazione maturata era bloccata in un Fondo pensione, rendendo impossibile qualsiasi prelievo.

Una situazione che ha portato molte persone nelle stesse condizioni a gravi difficoltà economiche. Secondo l’Adoc, almeno dieci ex colleghi del pordenonese stanno ancora vivendo questa drammatica situazione, con alcuni che hanno dovuto chiedere prestiti per far fronte alle spese quotidiane.

L’intervento dell’Adoc e la risoluzione della vicenda

L’Adoc ha preso in carico la vicenda e, il 25 febbraio, ha inviato una richiesta ufficiale all’INPS. La risposta ricevuta è stata la solita formula di rito: “Abbiamo inoltrato la pratica agli uffici competenti”.

Non soddisfatta, l’Associazione ha insistito con una nuova comunicazione il 27 febbraio, segnalando all’INPS altri casi simili. Inoltre, ha evidenziato l’intenzione del pensionato di avviare un’azione legale per ottenere quanto spettante, oltre a un risarcimento per i disagi subiti.

Questa “minaccia” ha sortito l’effetto sperato: il 28 febbraio l’INPS ha sbloccato la pratica, garantendo che il primo pagamento sarebbe avvenuto il 20 marzo. Le dieci mensilità arretrate, la tredicesima e gli interessi maturati saranno invece accreditati il 1° aprile.

Ancora tanti pensionati in attesa di risposte

Sebbene il 66enne pordenonese abbia finalmente ottenuto la pensione, la battaglia per molti altri pensionati non è ancora finita. Decine di lavoratori nella stessa condizione sono ancora in attesa di risposte, mentre l’Adoc si prepara a portare avanti nuove azioni per tutelare i loro diritti.

La vicenda solleva seri interrogativi sulla gestione delle pratiche INPS e sulla necessità di procedure più trasparenti e rapide per evitare che situazioni simili si ripetano in futuro.

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