Eventi & Cultura
Archeologia, dal Kurdistan a Udine il viaggio di un bassorilievo millenario
L’Università di Udine espone la copia di un bassorilievo assiro scoperto in Kurdistan, premiato come scoperta archeologica dell’anno. Una mostra multimediale e il sostegno delle istituzioni celebrano il futuro dell’archeologia

«L’archeologia è la scienza del futuro»: con queste parole, l’assessore regionale all’Istruzione, Università e ricerca Alessia Rosolen ha voluto sottolineare l’importanza della ricerca nel campo dei beni culturali, durante la presentazione della copia in scala naturale di un bassorilievo assiro esposta presso Palazzo Antonini. L’evento conferma la rilevanza del progetto Terre di Ninive, condotto dall’Università di Udine, capace di coniugare studi classici e strumenti innovativi per farci rivivere civiltà remote che hanno plasmato il nostro presente.

L’assessore regionale Alessia Rosolen accanto alla riproduzione di uno dei bassorilievi assiri
Il ritrovamento nel Kurdistan iracheno
La copia del bassorilievo esposta riproduce uno dei 13 rilievi scoperti dagli archeologi dell’Università friulana nella regione del Kurdistan iracheno. Questi esemplari, risalenti al VII secolo a.C., adornavano un antico canale d’irrigazione nei pressi della leggendaria Ninive, capitale dell’Impero assiro. Proprio grazie a questa straordinaria scoperta, nel 2019 il gruppo di ricerca friulano ha ricevuto il prestigioso premio “Khaled al-Asaad” per la più importante scoperta archeologica dell’anno.
Un impegno condiviso tra istituzioni
All’inaugurazione erano presenti, oltre all’assessore Rosolen, il rettore Roberto Pinton, l’assessore comunale all’Istruzione, università e cultura Federico Pirone, la direttrice del Museo archeologico di Udine Paola Visentini, la direttrice del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale Linda Borean, il direttore del Progetto archeologico regionale Terre di Ninive Daniele Morandi Bonacossi e il presidente della Fondazione Friuli, Giuseppe Morandini. L’assessore ha ribadito che la Regione Friuli-Venezia Giulia continuerà a sostenere l’Università, favorendo la costruzione di una rete di istituzioni capace di mantenere l’ente accademico all’avanguardia in questo settore.
La replica: dall’archeotecnologia all’arte
La replica del bassorilievo presentata al pubblico è frutto di un affascinante connubio tra tecnologia e abilità artigianale. Serena Del Piccolo, artista friulana, ha realizzato l’opera partendo da scansioni laser, successivamente tradotte in file digitali e stampate in 3D a formelle. Queste sono poi state assemblate e rifinite per restituire al pubblico l’imponenza dell’originale. Le dimensioni originali del bassorilievo assiro (4,80 x 1,60 metri) ne testimoniano l’importanza storica, raffigurando un sovrano in preghiera di fronte alle statue delle sette maggiori divinità dell’Assiria.

La replica del rilievo di Faida
Esposizione a Palazzo Antonini
La copia del rilievo di Faida resterà esposta nel secondo atrio di Palazzo Antonini in via Petracco fino al 28 aprile. Ad accompagnare l’opera, una mostra fotografica e una visita virtuale accessibile tramite QR code, per approfondire la conoscenza del sistema di irrigazione assiro e dei bassorilievi che impreziosiscono quest’area archeologica straordinaria.
L’opera, concessa in comodato ventennale dai Civici musei di Udine, è già stata protagonista tra il 2022 e il 2023 di una grande mostra al Castello udinese. La sua nuova collocazione all’interno dell’Università di Udine costituisce un esempio virtuoso di sinergia fra enti pubblici, che lavorano in squadra per valorizzare e promuovere la cultura archeologica e la ricerca scientifica nella regione.
L’Università di Udine tra passato e futuro
Fondata nel 1978, l’Università di Udine vanta il primo corso di storia e conservazione dei beni culturali in Italia. Oggi, con una dozzina di progetti archeologici attivi – tra cui uno scavo di epoca micenea nel Peloponneso – l’ateneo friulano continua a offrire opportunità di formazione e di coinvolgimento diretto degli studenti. È la dimostrazione che archeologia, ricerca e didattica possono proiettare il nostro passato nella costruzione di un futuro più consapevole.
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