Cronaca & AttualitàTrieste
Dopo Novara, anche Trieste coinvolta nel caso “Breaking Bad”
Nuovo arresto a Trieste dopo la scoperta del laboratorio casalingo di metanfetamina a Novara. Le indagini sono ancora in corso

TRIESTE – Dopo l’inquietante scoperta del laboratorio artigianale di metanfetamina a Novara, le indagini della Polizia si allargano al Friuli-Venezia Giulia. Nelle scorse ore, un giovane triestino è stato arrestato dalla Squadra Mobile della Questura di Novara, coadiuvata dagli agenti triestini. Nell’abitazione del ragazzo sono stati rinvenuti precursori chimici utilizzati per la produzione di droghe sintetiche, tra cui la metanfetamina.
Il caso Novara: il laboratorio “Breaking Bad” in casa
L’inchiesta ha avuto origine a Novara, dove, a fine marzo, gli inquirenti hanno scoperto uno dei più grandi laboratori casalinghi d’Italia per la produzione di metanfetamina. A gestirlo, un ragazzo di 22 anni, studente di chimica e appartenente a una famiglia benestante. L’allestimento del laboratorio ha ricordato, in modo inquietante, le scene della serie TV “Breaking Bad”, tanto che gli investigatori sospettano che il giovane si sia ispirato proprio alla fiction per organizzare la produzione.
Sostanze acquistate sul dark web
Secondo quanto emerso dalle indagini, i precursori chimici utilizzati per la produzione della droga sarebbero stati acquistati online, in particolare tramite il dark web. Già a inizio anno, gli investigatori avevano notato spedizioni sospette verso l’abitazione del giovane novarese. A insospettire ulteriormente le forze dell’ordine è stato il forte odore chimico proveniente dall’abitazione, oltre alla strana abitudine di aprire frequentemente le finestre, anche in pieno inverno.
Collegamento con Trieste: le indagini si estendono
L’arresto del ragazzo triestino potrebbe rivelarsi un importante tassello per ricostruire la rete di contatti e forniture che alimentava il laboratorio novarese. Gli investigatori non hanno ancora confermato ufficialmente il legame diretto tra i due giovani, ma le analogie nei materiali rinvenuti e le tempistiche delle operazioni fanno ipotizzare una connessione operativa.
Massimo riserbo da parte degli inquirenti
Al momento, le autorità mantengono il massimo riserbo sull’inchiesta, che si preannuncia complessa e articolata. Gli investigatori sono al lavoro per analizzare le sostanze sequestrate, i dispositivi elettronici e eventuali messaggi scambiati tra i due giovani. Non si esclude che vi siano ulteriori soggetti coinvolti, né che la rete si estenda ad altre città italiane.
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