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Non autosufficienza, Regione e Cisl Fvg spingono sulla domiciliarità
In Friuli-Venezia Giulia, la Cisl Fvg chiede di potenziare la domiciliarità degli anziani per offrire un’assistenza adeguata. La Regione condivide l’approccio, puntando su risorse equilibrate e reti di servizi innovativi

La non autosufficienza si conferma una delle sfide più urgenti in Friuli-Venezia Giulia, la regione più anziana d’Italia. In appena vent’anni, infatti, un cittadino su due avrà superato i 65 anni e i relativi bisogni di assistenza cresceranno in modo esponenziale. Da qui l’impegno delle istituzioni per garantire servizi e strutture adeguate.
Un sistema da potenziare
La situazione attuale vede in Friuli-Venezia Giulia un numero di posti letto per la non autosufficienza tre volte superiore a quello degli ospedali. A evidenziarlo è stato l’assessore regionale alla Salute e Politiche sociali, Riccardo Riccardi, intervenuto al congresso della Federazione nazionale pensionati Cisl Fvg. Un dato che sottolinea quanto sia necessario riprogettare l’offerta assistenziale per rispondere alle esigenze di una popolazione sempre più anziana.
Il ruolo strategico della domiciliarità
La Fnp Cisl Fvg ha posto l’accento sulla necessità di puntare sulla domiciliarità, consentendo alla persona di essere assistita nel proprio ambiente familiare con la stessa efficacia di una struttura specializzata. L’assessore Riccardi, condividendo questa linea, ha ribadito come la Regione voglia rafforzare i servizi domiciliari e sostenere concretamente le famiglie che si fanno carico di parenti anziani non autosufficienti.
Risorse equilibrate tra strutture e famiglie
Per favorire la domiciliarità, occorre garantire risorse equilibrate sia alle strutture residenziali sia alle famiglie. Significa destinare uguali fondi per servizi di fisioterapia, assistenza infermieristica e altre prestazioni fondamentali, così da permettere ai nuclei familiari di scegliere la cura a domicilio in condizioni di pari opportunità rispetto al ricovero in strutture.
Budget di salute e rete di servizi accreditati
Un altro punto centrale è l’introduzione del budget di salute, uno strumento con cui il sistema pubblico individua i bisogni dell’anziano e della sua famiglia, mettendo a loro disposizione una rete di servizi accreditati. Questo modello integrato coinvolge ospedali, distretti sanitari, geriatrie e medici di base, garantendo un supporto omogeneo lungo tutto il percorso di assistenza.
Investire in livelli intermedi di non autosufficienza
Oltre alla domiciliarità, l’assessore Riccardi sottolinea l’esigenza di creare livelli intermedi di non autosufficienza, in grado di accogliere chi si trova in una condizione a metà tra le necessità ospedaliere e quelle domiciliari. Si tratta di un bacino potenziale di 3.000 persone, un segmento di popolazione che richiede soluzioni specifiche per evitare sia l’ospedalizzazione forzata sia un’assistenza domiciliare troppo gravosa per le famiglie.
Il futuro delle politiche di assistenza
La Regione si impegna a mantenere l’abbattimento delle rette per gli attuali 11.000 posti letto nelle 160 strutture del Friuli-Venezia Giulia e, allo stesso tempo, a rendere strutturali le sperimentazioni per la domiciliarità. Questo duplice approccio punta a rispondere con flessibilità ed efficienza ai bisogni di un territorio dove l’età avanzata rappresenta sempre più la normalità.
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