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Suicidio medicalmente assistito in FVG: costi, tempi e ricorsi

Dal 2020 al 2025, sei richieste in Friuli-Venezia Giulia per il suicidio medicalmente assistito: i dati delle aziende sanitarie

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Donna tiene le mani di un anziano malato
Donna tiene le mani di un anziano malato ( © Depositphotos)

Dal 2020 a oggi, in Friuli-Venezia Giulia sono pervenute sei richieste ufficiali per accedere al suicidio medicalmente assistito, così come previsto dalla sentenza della Corte Costituzionale 242/2019. Lo ha dichiarato l’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi, nel corso di un’audizione presso la III Commissione consiliare.

Nel dettaglio, quattro richieste sono state indirizzate all’Asugi (Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina), mentre due hanno riguardato l’Asufc (Azienda sanitaria universitaria del Friuli Centrale). Le domande sono state presentate tra il 2022 e il 2025, una per anno. La richiesta più recente, quella del 2025, è stata però ritirata dal richiedente.

I pareri medici ed etici: una sola conferma dei requisiti

Per tre dei quattro casi gestiti da Asugi, sono stati emessi pareri ufficiali sia da parte della Commissione medica di valutazione aziendale sia dal Nucleo etico per la pratica clinica. Tuttavia, solo in un caso sono stati verificati i presupposti previsti dalla sentenza della Corte Costituzionale, ovvero le condizioni per poter procedere legalmente alla pratica.

Nonostante la delicatezza del tema, è stato sottolineato che tutti i termini procedurali sono stati rispettati, senza segnalazioni di ritardi nelle fasi di valutazione e risposta.

Interventi della magistratura e contenziosi legali

In un solo caso, il primo tra quelli segnalati, si è reso necessario il ricorso all’Autorità giudiziaria. In tale occasione, il richiedente ha chiesto l’intervento del tribunale per ottenere l’attuazione della procedura. L’Azienda sanitaria ha eseguito quanto disposto senza ricevere sanzioni, dimostrando di aver operato nei termini stabiliti.

I costi sostenuti dalle aziende sanitarie

Il tema dei costi legali è stato centrale nell’intervento dell’assessore. Il primo caso ha comportato una spesa di 9.421,5 euro. Il secondo, originato da un’impugnazione delle valutazioni sanitarie da parte del richiedente, ha avuto due fasi di contenzioso: una già conclusa con un costo di 12.503,5 euro e un’altra ancora in corso, che ha già generato spese per 16.384 euro.

Si tratta di cifre significative che mostrano quanto anche sul piano economico la gestione delle richieste di suicidio assistito comporti un impatto non trascurabile per il sistema sanitario regionale.

Un tema delicato che richiede trasparenza

Il resoconto dell’assessore regionale rappresenta uno dei primi tentativi di fare chiarezza pubblica sull’attuazione concreta della sentenza 242/2019, che ha definito i requisiti per il suicidio assistito in Italia. Le informazioni fornite testimoniano la complessità dell’iter, la necessità di un coordinamento tra strutture sanitarie e comitati etici, e il ruolo non marginale dell’autorità giudiziaria nei casi più controversi.

In attesa di una legislazione nazionale chiara e uniforme, il Friuli-Venezia Giulia si conferma una delle poche regioni a rendere noti in modo trasparente i numeri e i costi legati a un tema tanto delicato quanto cruciale per i diritti dei cittadini.

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