Economia & LavoroRegione FVG
Lavoro in FVG, patti territoriali come leva contro la fuga di talenti
Il Friuli-Venezia Giulia punta su patti territoriali, welfare e innovazione sociale per trattenere e attrarre giovani. Formazione mirata e sostegno a salari e contratti sono le direttrici per garantire occupazione e sostenibilità del sistema

In Friuli-Venezia Giulia, il tema del lavoro si intreccia sempre più con la necessità di trattenere e attrarre giovani, invertendo una tendenza che vede la regione perdere capitale umano qualificato. Durante il quarto congresso regionale della Femca Cisl, l’assessore regionale al Lavoro e formazione, Alessia Rosolen, ha illustrato le linee strategiche che la Regione sta implementando, puntando su patti territoriali, politiche di welfare e innovazione sociale per garantire opportunità concrete e sostenere lo sviluppo del territorio.
Patti territoriali: un nuovo approccio
La proposta di creare patti territoriali tra imprese e organizzazioni sindacali, con il sostegno della Regione, mira a fornire risorse e servizi per contrastare la perdita di potere d’acquisto dei lavoratori. L’obiettivo è rafforzare la collaborazione fra i vari attori socio-economici, costruendo un sistema capace di valorizzare i talenti e di rispondere alle sfide del mercato del lavoro.
Welfare e innovazione sociale
Le politiche di welfare puntano su un’innovazione sociale che favorisca l’accesso al lavoro soprattutto a giovani e donne, oltre a offrire percorsi di formazione integrati e vicini alle esigenze delle imprese. È fondamentale sostenere chi già opera nel mercato del lavoro e, al contempo, agevolare nuove forme di impiego che possano trattenere professionalità nella regione e attrarre competenze dall’esterno.
Occupazione e sfide demografiche
I dati sull’occupazione in Friuli-Venezia Giulia evidenziano un tasso del 70%, con un aumento dell’occupazione femminile e una disoccupazione al 4,3%. Tuttavia, negli ultimi dieci anni, si sono registrate 56mila unità di forza lavoro in meno, mentre è cresciuto il numero di over-65 e sono 3.500 i bambini nati in meno ogni anno. A ciò si aggiunge il fenomeno dei giovani diplomati e laureati – circa ottomila – che hanno lasciato la regione in dieci anni, principalmente a causa di salari bassi e contratti provvisori.
Formazione e programmazione del capitale umano
Per affrontare il cambiamento profondo in atto nel mondo del lavoro, è indispensabile la collaborazione tra amministrazioni pubbliche, sindacati, categorie produttive e imprenditori. I piani industriali devono basarsi su una corretta programmazione del capitale umano, investendo in formazione continua e avanzata, così da valorizzare e aggiornare le competenze in modo dinamico. Solo con una rete coesa e solidale sarà possibile garantire la sostenibilità del sistema produttivo e offrire prospettive concrete ai giovani.
Continua a leggere le notizie di Diario FVG e segui la nostra pagina Facebook

You must be logged in to post a comment Login