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Neurodegenerazione, la sanità pubblica di fronte all’epidemia silente del terzo millennio
L’aumento delle malattie neurodegenerative, definite “epidemia silente”, richiede un cambio nel modello sanitario. Occorrono diagnosi precoce, terapia di precisione e riorganizzazione per gestire al meglio le cronicità crescenti

La neurodegenerazione è ormai considerata dagli esperti la sfida del terzo millennio, un’epidemia silente che richiede un cambio radicale nei modelli di sanità pubblica. La crescita esponenziale delle malattie neurodegenerative impone nuove strategie e politiche di intervento, soprattutto in un momento storico in cui la struttura della sanità tradizionale, fortemente ospedale-centrica, fatica a rispondere all’aumento delle cronicità.
Neurodegenerazione: cos’è e perché è chiamata “epidemia silente”
La definizione di “epidemia silente” per le patologie neurodegenerative deriva dal loro incremento costante e dal loro impatto devastante, sia a livello personale sia a livello socio-economico. Malattie come l’Alzheimer, il Parkinson e altre forme di demenza impongono infatti un impegno crescente in termini di diagnosi precoce, assistenza e prevenzione.
La necessità di un cambio di modello sanitario
Secondo gli esperti, è fondamentale superare l’attuale modello ospedale-centrico concentrato sull’acuzie, per avviare una riorganizzazione che metta al centro la gestione delle cronicità. In Friuli-Venezia Giulia, il numero di posti dedicati alla non autosufficienza supera di oltre tre volte i 3mila posti letto ospedalieri. Ciò dimostra come il bisogno di risposte sanitarie si stia spostando dalle emergenze acute alla gestione a lungo termine dei pazienti, spesso coinvolgendo famiglie e comunità.
“La neurodegenerazione: sfida del 3° millennio”, il convegno a Udine
All’auditorium della Biblioteca scientifica e tecnologica Rizzi dell’Università di Udine, l’assessore regionale alla Salute e Politiche sociali Riccardo Riccardi ha posto l’accento su questa cruciale svolta. Durante il convegno “La neurodegenerazione: sfida del 3° millennio: diagnosi precoce, terapia di precisione e prevenzione”, si è discusso di come rendere sostenibili le cure per una platea di utenti sempre più ampia.

La responsabile scientifica inaugura il congresso a Udine
Diagnosi precoce e nuove frontiere terapeutiche
La diagnosi precoce e la terapia di precisione sono aspetti fondamentali per rallentare l’avanzare delle patologie neurodegenerative. Al convegno partecipano circa un centinaio di medici specialisti (neurologi, psichiatri, nutrizionisti, endocrinologi, geriatri, internisti) e una sessantina di studenti del corso di laurea in fisioterapia, insieme a infermieri, psicologi e fisioterapisti. Lo scambio di competenze tra le diverse figure professionali è cruciale per definire percorsi di assistenza e riabilitazione più efficaci.
La formazione dei professionisti come risorsa strategica
Nel contesto di una società in evoluzione, la formazione dei giovani professionisti gioca un ruolo determinante. L’assessore Riccardi ha ringraziato tutti coloro che, grazie allo studio e alla ricerca, potranno offrire un contributo decisivo nel migliorare la qualità delle cure e la prevenzione. L’auspicio è quello di costruire un modello sanitario che tenga conto non solo dell’acuzie, ma anche del bisogno crescente di gestire le cronicità e le sfide legate alla non autosufficienza.
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