Crevatini, 16 aprile. Una pattuglia slovena individua una Peugeot 5008 immatricolata in Polonia che tenta di eludere un posto di blocco. Al volante c’è un uomo ucraino di 51 anni; dietro i sedili, stipati in condizioni precarie, cinque migranti turchi che speravano di attraversare la frontiera e raggiungere il Friuli. Il controllo termina con l’arresto per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e il sequestro del veicolo, diventato l’ennesimo tassello della rete balcanica.
L’escalation dei passeur ucraini
Negli ultimi diciotto mesi il numero di autisti‑passeur di nazionalità ucraina fermati tra Slovenia e Italia è cresciuto esponenzialmente. Le inchieste europee tracciano un filo rosso con la guerra contro la Russia: molti uomini, per evitare il fronte, acquistano documenti falsi e si indebitano con organizzazioni criminali. Guidare carichi di migranti diventa il modo più rapido per ripagare il debito e mantenersi in Occidente, portando alle stelle il rischio sulle strade di frontiera.
Numeri record sulla frontiera orientale
Il Friuli‑Venezia Giulia è la prima tappa Schengen dopo i Balcani. Da gennaio 2024 a marzo 2025 le forze dell’ordine hanno arrestato oltre 300 passeur e identificato più di 6 mila migranti irregolari. Nonostante il rafforzamento dei controlli e la temporanea sospensione di Schengen, le tratte cambiano percorso, sfruttano strade secondarie e affidano il trasporto a vetture anonime con targhe polacche o rumene, sempre più difficili da intercettare.
I profili dei
I migranti trovati a bordo hanno tra i 25 e i 40 anni. Partiti dall’Anatolia, hanno percorso oltre 2.000 chilometri a piedi, in autobus e in taxi fino alla Slovenia. Ognuno avrebbe pagato tra i 4.000 e i 5.000 euro per il pacchetto “garantito” che include documenti falsi, guide nei boschi e passaggio finale in auto. Con cinque passeggeri, la corsa di Crevatini sarebbe valsa circa 20.000 euro alle organizzazioni.
Reazioni politiche e prossime mosse
«La stretta funziona ma non basta: servono pattuglie miste permanenti e tecnologia sui valichi minori», dichiara l’assessore regionale Pierpaolo Roberti, chiedendo più fondi a Roma e Bruxelles. Il ministero sloveno invoca la prosecuzione dei controlli straordinari fino all’estate 2025, mentre Frontex studia l’impiego di droni lungo l’autostrada A34. Finché il conflitto in Ucraina alimenterà un bacino di uomini disperati e indebitati, la frontiera del Friuli resterà una linea rovente per la sicurezza europea.
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