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Crisi da Fentanyl in carcere: detenuto salvato al Coroneo

Allarme Fentanyl a Trieste: un detenuto trentenne al Coroneo salvato dai sanitari dopo una violenta crisi di astinenza

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Fentanyl ( © Depositphotos)

È successo tutto intorno alle 18 del 21 aprile: un giovane detenuto da appena 24 ore presso la casa circondariale del Coroneo, a Trieste, è stato colpito da una violenta crisi di astinenza da sostanze stupefacenti. Il trentenne ha manifestato nausea, vomito e spasmi: condizioni tali da richiedere l’immediato intervento di un’ambulanza e un’automedica del 118.

Positivo al Fentanyl: un segnale inquietante

Durante l’intervento, i sanitari hanno effettuato test tossicologici, che hanno confermato la presenza nel corpo del detenuto non solo di THC, ma anche di Fentanyl. Quest’ultimo è una sostanza estremamente pericolosa, considerata 80 volte più potente della morfina, come specifica la Direzione centrale per i servizi antidroga del Ministero degli Interni.

Cos’è il Fentanyl e perché preoccupa

Il Fentanyl è un analgesico sintetico usato originariamente in ambito medico per trattare dolori molto intensi. Tuttavia, il suo potere narcotico e la facilità di sintesi ne hanno fatto una delle droghe più pericolose sul mercato nero. Può essere assunto per via endovenosa, fumato o ingerito sotto forma di pastiglie. Le sue varianti sintetiche, spesso prodotte illegalmente, vengono talvolta spacciate come eroina, ma con effetti molto più devastanti.

Allerta a Trieste e in Italia

Il caso del Coroneo rappresenta un campanello d’allarme per Trieste e per l’intero territorio regionale. Finora, episodi del genere erano appannaggio di realtà come gli Stati Uniti, dove il Fentanyl ha già causato una vera emergenza sanitaria. Ma ora anche le autorità italiane stanno intensificando il monitoraggio, consapevoli del rischio di una rapida diffusione della sostanza tra i giovani e nei contesti urbani.

Il carcere come specchio del problema sociale

L’episodio di Trieste evidenzia una fragilità del sistema penitenziario rispetto al tema delle dipendenze da sostanze sintetiche. Non è raro, infatti, che i detenuti arrivino in carcere già in condizioni precarie, sia dal punto di vista sanitario che psicologico. Il pronto intervento dei sanitari ha evitato il peggio, ma il caso solleva gravi interrogativi su come affrontare il fenomeno della droga in carcere e, più in generale, su come arginare il traffico e il consumo del Fentanyl in Italia.

Un fenomeno da arginare prima che sia troppo tardi

Il diffondersi del Fentanyl, se non affrontato con una strategia chiara e condivisa, rischia di replicare in Europa lo scenario statunitense, dove il farmaco ha causato decine di migliaia di morti. Il caso del Coroneo, pur se isolato, è un segnale concreto: è tempo che la politica, la sanità e le forze dell’ordine rafforzino prevenzione e controlli, anche in ambiti ritenuti chiusi, come le carceri.

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