Pordenone
Chiusura dormitorio via San Daniele, migranti senza soluzioni
Dormitorio via San Daniele chiuso: torna l’emergenza migranti a Pordenone, mancano alternative di accoglienza

Con la conclusione del mese di aprile, il dormitorio di via San Daniele a Pordenone ha chiuso le sue porte. La struttura, gestita dal comitato pordenonese della Croce Rossa e dalla Caritas diocesana, era stata aperta temporaneamente per affrontare l’emergenza freddo e garantire una sistemazione dignitosa ai migranti in attesa di regolarizzare le pratiche burocratiche, spesso molto lunghe.
Negli ultimi giorni di apertura, la struttura ospitava 21 persone su un totale di 25 posti letto disponibili. Provenienti principalmente da Asia, Africa e America, questi migranti rischiano ora di trovarsi nuovamente in strada, senza soluzioni alternative immediate.
Un’emergenza continua e strutturale
Il problema non è certo nuovo per Pordenone. Negli scorsi anni, la città ha dovuto gestire situazioni di grave disagio legate all’accoglienza. Nel 2023, ad esempio, circa un centinaio di migranti era stato sistemato temporaneamente nell’hangar dell’aerocampo della Comina. Questa soluzione, seppur efficace nel proteggerli dalle intemperie, aveva però generato seri problemi sanitari a causa della mancanza di riscaldamento, obbligando la Croce Rossa ad intervenire con cure mediche urgenti.
L’assenza di strutture permanenti e adeguate rende evidente quanto sia fondamentale pianificare interventi a lungo termine, evitando che un problema strutturale venga trattato continuamente come emergenza temporanea.
Pordenone, città strategica sulla rotta balcanica
La questione migratoria a Pordenone assume una particolare rilevanza anche per la posizione geografica della città. Situata lungo la cosiddetta “rotta balcanica”, è una delle prime destinazioni per chi arriva via terra e necessita dei servizi della Questura per avviare le procedure amministrative. Questo flusso migratorio è destinato a proseguire e a mantenere alta la pressione sulla rete locale di accoglienza.
Le reazioni politiche locali
La chiusura del dormitorio ha riaperto il dibattito politico locale. I consiglieri del Partito Democratico, Francesco Saitta e Antonella Del Ben, hanno espresso gratitudine nei confronti di Caritas e Croce Rossa, riconoscendo però la necessità urgente di realizzare strutture adeguate:
«Non possiamo continuare a trattare come emergenza una situazione che, in una città sede di una Questura, è destinata ad essere fisiologica. Serve con urgenza una soluzione stabile e strutturale».
Gli esponenti del PD auspicano, quindi, che i lavori per la nuova stazione di posta finanziata con fondi PNRR avanzino rapidamente ed efficacemente, garantendo una risposta definitiva e dignitosa all’accoglienza dei migranti.
In attesa di soluzioni definitive
La situazione attuale lascia aperti molti interrogativi. Senza una pronta risposta delle istituzioni, il rischio concreto è che queste persone, già provate dal viaggio e dalle condizioni precarie, debbano affrontare ulteriori disagi e marginalità sociale.
La speranza è che l’attivazione di nuove strutture, come quella prevista dai fondi PNRR, arrivi in tempi brevi e contribuisca a risolvere, almeno in parte, questo problema che rappresenta una sfida continua per la città di Pordenone.
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